Una delle possibili soluzioni al disfacimento economico di una recessione senza fine, per molti e’ quella di uscire dall’are valutaria ottimale. Slogan affermatissimo dalla Lega e da molti altri partiti in Europa, e’ una scelta senz’altro azzardata e scellerata in quanto il mercato valutario non certo darebbe quella stabilita’ di cui hanno bisogno, in maniera particolare quelli GIPSI, i casi di Messico e Argentina sono da insegnamento.

Il sentimento antieuropeista in Italia e’ espresso anche da Grillo, Forza Nuova e dal partito Euro Scettici fondato nel 2008, nonche’ da altri piccoli partiti. Paura della globalizzazione o smodato senso patriottico?  euroscetticismo

Di certo la risposta e’ molto delicata: da un lato si vuole conservare l’identita’ nazionale e i pregi che ne derivano, ma allo stesso tempo si ha la velata consapevolezza che fuori dall’Europa sarebbe molto piu’ complicato, soprattutto per le condizioni in cui versiamo. Dall’altro, le possibilita’ di riavere una banca centrale e quindi stampare moneta lascia ben sperare, ma gli attacchi speculativi nel mercato valutario abbiamo visto che possono mandare in crisi chiunque e in questo senso, dissociandoci da un’unione valutaria saremo molto piu’ deboli.

In termini economici  una possibile uscita dall’area valutaria sarebbe una disfatta per i Paesi maggiormente indebitati, che vedrebbero salire le loro passivita’ a dismisura, così come  lo spread con i Paesi core europei potrebbe accentuarsi pericolosamente. In aggiunta, dobbiamo pensare ai problemi burocratici che sorgerebbero da una conversione di tutti i contratti bancari e non, posti in essere.

Senza esasperare i toni ed esacerbare le dinamiche sociali che comporta questo tipo di percorso chiamato Europa, si puo’ trovare la via  di uscita solo nella cooperazione, nella solidarieta’ e nell’affiatamento tra Paesi.