jason-born
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Nichy Pearson ex agente della CIA, hackera  la Cia e i potenti firewall, recupera il tassello mancante delle origini di Jason Bourne. Nella trilogia precedente, Jason Born è stato trasformato in una macchina da guerra, una sorta di cyborg umano da esperti della Cia  Nichy incontra Born per comunicargli la scoperta e ultriori intrallazzi della CIA; gli risulta fatale, viene uccisa da un Killer della CIA, Born riesce a salvarsi grazie al sacrificio di Nicky. Il film prosegue con colpi di scena che purtroppo invece di avvicinare lo spettatore, lo allontanano. Demon è spento, gli altri attori non sono all’altezza e la trama è vuota puntando tutto sulla tecnologia e il cinismo degli stessi uomini della CIA. Dopo una trilogia che ha inciso profondamente nel cinema action americano, Bourne torna quindi a colpire. I network di spie sul campo e di hacker si confondono sempre più, in un intrico che recupera il personaggio di Nicky Parsons e introduce un suo possibile sostituto, Heather Lee, ambiziosa agente dei servizi segreti che porta il volto angelico di Alicia Vikander.
Anche il legame con l’attualità, la rete come grande fratello e il mistero degli attuali giganti della rete viene trattato con freddezza, distacco e privo di qualsiasi tensione emotiva. La reterete come grande fratello e del post-Snowden richiedono tutt’altra trattazione rispetto a quella semplicistica operata da Greengrass e dagli sceneggiatori (per non parlare del ricordo paterno come movente del ritorno di Bourne). Dall’arrivo a Las Vegas e dalla conferenza stampa di Kalloor – una sorta di Zuckerberg che ha faustianamente stretto la mano al male – ogni traccia di credibilità residua svanisce, consegnando lo svolgimento a un’assolutoria identificazione del male nella “vecchia” CIA e dimostrando lacune di vario grado nella conoscenza tecnologica della materia. Anche la lunga sequenza action che conclude la vicenda sperpera quanto di buono realizzato in piazza Syntagma, con un duello all’arma bianca che non aggiunge nulla alla metamorfosi da uomo a belva feroce del Soi Cheang di Dog Bite Dog.
Jaso Born non andava ridicolizzato con una sceneggiatura di basso profilo. Spero sappiano documentarsi meglio e ridare dignità all’eroe Jaso Born e in film successivo farlo ritornare nella CIA  per combattere il vero male di questo millennio, il vero grande fratello: la rete, i social e le future implicazioni con l’intelligenza artificiale e il controllo mentale tramite i social, i software e la rete.