Dopo aver visto A cat in Paris, titolo originale Un vie de chat, verrebbe voglia di parafrasare per gioco altri titoli storici, indimenticabili, come Sotto i tetti di Parigi e La gatta sul tetto che scotta. In fin dei conti i tetti parigini ci sono. E c’è pure il felino, per quanto non sia una gatta ma un esemplare di sesso maschile: il micio in questione si chiama Dino e fa una doppia vita, nel senso che di giorno fa compagnia alla sua padroncina, Zoe, mentre la notte ama seguire un generoso ladro gentiluomo nelle sue acrobatiche, rocambolesche avventure.  E in questa Parigi by night caratterizzata da una dimensione sognante e naif c’è spazio anche per le imprese di un altro malvivente, ben diversamente malvagio e pericoloso, che in passato aveva causato la morte del padre della bambina, poliziotto al pari della moglie, e col quale tutti i protagonisti di questo movimentato lungometraggio d’animazione dovranno infine fare i conti. Abbiamo pertanto la sensazione che dagli autori di questa fiaba animata poetica e a tratti molto divertente (vedi ad esempio i siparietti con protagonisti il gatto Dino e lo sfortunato cagnetto Rufus, oppure quelli riguardanti i tipi strambi che compongono la banda del pericoloso ricercato), e cioè gli artisti francesi Alain Gagnol e Jean-Loup Felicioli, arriveranno anche in futuro opere di grande valore. Non siamo certo tra coloro che bocciano a priori le produzioni animate in 3D realizzate in Europa, anzi, ci sembra che negli ultimi tempi si sia visto sul grande schermo qualche prodotto quantomeno discreto, in particolare dalla Francia. Eppure, di fronte a un’opera realizzata con tecniche più tradizionali e con un disegno dai tratti così personali, intensi, emotivi, ci viene da pensare che i due giovani animatori si siano incamminati felicemente sulla strada già percorsa da altri grandi autori dell’animazione francofona, quali sono Michel Ocelot (Kirikù e la strega Karabà, Principi e principesse, Azur e Asmar) e Sylvain Chomet (Appuntamento a Belleville e L’illusionista). Un vie de chat è a nostro avviso il più bello, il più compiuto, tra i film inseriti nell’interessante “focus animazione” del Mosaico d’Europa Film Fest edizione 2012, che ha visto proiettati anche l’iberico Chico y Rita di Fernando Trueba, Tono Errando e Javier Mariscal, ed il serbo Technotise: Edit & I di Aleksa Gaijc, Nebojsa Andric e Stevan Djodjevic.