Icona indiscussa della cultura messicana del novecento, lei la poliedrica Frida Khalo, una contrapposizione in natura, in quanto riuscendo a smobilizzarsi dalla sua situazione fisica, ha potuto mettere in “mostra” il suo talento attraverso le più svariate forme di arte mediante la sua continua ricerca tra simboli e pensieri filosofici.images frida

Frida aveva fatto della sua “diversità”, uno stile di vita e un punto di forza, sviluppando altre capacità con la sua prorompente ironia e  vitalità rendendola leggera nel condurre una vita attraversata dal dolore. “L’unica cosa positiva è che sto cominciando ad abituarmi alla sofferenza”. Una volta che si decide di andare a vedere la sua mostra, importante è lasciarsi andare alle emozioni senza seguire ragionamenti, senza cercare un perché e un come. La sua ironia era il suo scudo al dolore, l’antidoto alla sopravvivenza e alla morte.

In ogni tratto pittorico, in ogni sua opera traspare la sua voglia di dipingere quello che gli altri non vedevano, non capivano o meglio non concepivano, fondamentalmente se stessa. La Khalo amava ogni forma di arte, tra cui la fotografia considerata da Baudelaire “il rifugio di tutti i pittori mancati”.  Si respira l’importanza che aveva per lei la leggerezza e il desiderio di rompere gli schemi e andare contro la regolare quotidianità erano le sue caratteristiche fondamentali, usando l’arte come l’unico luogo vero della sua rivoluzione, con un ruolo per lei intimo, riflessivo e doloroso. La sua arte come un cuore pulsante trasmette emozioni, pathos, sentimenti che attraverso la pittura riusciva a sublimare la sofferenza.

L’allestimento che ci regalano le Scuderie del Quirinale, è uno scenario ben strutturato sia dal punto di vista storico, avendo avuto cura dei tempi e delle evoluzioni artistiche che hanno accompagnato la storia della sua vita, sia dal modo in cui ogni opera è stata collocata e valorizzata all’interno di tutto il percorso.

La sua arte, pittorica, fotografica e filmica durante tutta la mostra si fondono a tal punto con la storia e i suoi pensieri ideologici che i visitatori diventano parte di quell’evento, di quel fatto così bene illustrato, immortalato, dove si vanno ad incesellare le varie trasformazioni sociali e culturali, soprattutto di quelle del periodo della Rivoluzione messicana. Fu proprio il suo spirito rivoluzionario che la portò a crearsi un suo stile pittorico fondendo l’immaginario, i colori e i simboli della cultura popolare messicana e con i suoi studi di altri pensieri religiosi o filosofici, vendono alla luce un’espressione del tutto originale e all’avanguardia sia dal punto di vista artistico che culturale per quel periodo storico.

Le sue opere sono l’incontro dei principali movimenti culturali internazionali del suo tempo dal Pauperismo rivoluzionario, all’Estridentismo, dal Surrealismo e a quello che decenni più tardi avrebbe preso il nome di Realismo magico.

Frida Kahlo non è da considerarsi un’eroina e basta, la combattente del suo male, ma la donna che ebbe la forza di contrastare con tutta se stessa la sua sorte, trasformando il suo dolore in pittura e mai in con richiami tragici, bensì con un linguaggio sfrontato e audace, con la quale manifesta il suo amore e la sua passione. Si può definire un importante mostra educativa e formativa, un esempio ai/per i nostri ragazzi che da forza che spinge all’azione e dire: “si può fare – volere è potere”, una mostra poliedricamente accattivante, storica e culturale a braccetto che Roma offre a tutti i suoi visitatori in cerca di emozioni da “ricercare” con occhi attenti e sensibili nel labirinto delle sue opere. Una mostra che invade scompigliando ogni certezza, ricolmando di pensieri positivi e forti che accompagnano prepotenti e prorompenti e lasciano senza fiato, è come un parto che solo al momento del concepimento si riesce a liberare un grido straziante di gioia inattesa dopo tanto dolore, riprendendo il normale respirare e vagare nella vita di tutti i giorni.