I pronostici lo consideravano il favorito, e alla fine ha vinto. È andato a La cinqiuème saison il primo trofeo Green Drop. “Nel nostro film ci sono molte poche parole ed è in questo stato, quasi senza parole, che mi trovo io adesso” ha dichiarato emozionata la regista Jessica Woodworth nel ricevere il trofeo, una goccia verde creata per l’occasione da un maestro vetraio di Murano. “Il colore verde nel nostro film va lentamente sparendo e tengo qui in mano adesso l’ultima goccia. Spero che questa goccia porti il nostro film lontano. Grazie mille”.

A ricevere il premio dalle mani del presidente di Green Cross Italia Elio Pacilio anche il co-regista fiammingo Peter Brosens, che ha solo voluto aggiungere “Sono una goccia” nella sua lingua madre, come tante persone avevano già fatto, in tante lingue diverse, nei giorni scorsi firmando i cartelloni I’m a drop simbolo dell’impegno che ognuno di noi può e deve prendere nei confronti del Pianeta. Testimonianze riportate anche in un suggestivo montaggio che ha ricordato i momenti più importanti di questa prima esperienza del Green Drop Award al Lido.

“Ci deve far riflettere l’entusiasmo con cui tante persone hanno interpretato la nostra proposta”, ha dichiarato Pacilio. “Come un terreno di espressione che unisce l’amore profondo per il cinema con la passione civile e ambientale. proprio questa passione e questo desiderio si sono espressi con centinaia di messaggi attraverso la campagna I’m a drop. E anche questa campagna determinerà il nuovo volto della seconda edizione che già sappiamo sarà ancora più ambiziosa. Il film premiato, La cinqiuème saison, coincide perfettamente con il contenuto e lo spirito che il Green Drop rappresenta”.

Durante l’affolatissima premiazione, il Direttore della Mostra Alberto Barbera ha ribadito che è

stato un grande piacere tenere a battesimo a Venezia un premio dedicato alle tematiche ambientali: “È un premio importante, oggi di grandissima attualità perché le tematiche ambientali sono la scommessa cui è legato il futuro di tutti noi. Mi fa piacere essere qui a testimoniare la nostra vicinanza. La gente inizia a capire che stiamo giocando col fuoco

se non prendiamo atto che dobbiamo cambiare strada rispetto allo sviluppo seguito finora.  Si pone il problema di come rendere tutto ciò compatibile con le esigenze di rispetto della natura e delle sue leggi che non sono in alcun modo violabili”. Dando infine l’arrivederci alla prossima edizione, Barbera ha concluso: “Nessuno come Olmi poteva interpretare al meglio la giuria che avrebbe dovuto scegliere il film da premiare”.

“Niente fiori, niente api; niente api, niente ciliege; niente ciliege, niente bambini”. È la toccante frase con cui Anita Kravos, in rappresentanza della giuria, ha dato inizio alla lettura della motivazione del premio. Anzi dei premi. Durante i lavori, infatti, la giuria ha deciso di istituire un premio speciale e conferire un secondo trofeo anche all’autore di questa frase, che con disarmante sintesi riassume la crisi ambientale che stiamo vivendo. Si tratta di un bambino che, colpito da una lezione sui temi dell’ecologia, ha così espresso la sua riflessione sull’argomento. “Pensate la capacità di sintesi, da sprovveduto non avevo considerato quanto i bambini possano sorprenderci  – ha raccontato il presidente della giuria Ermanno Olmi -. Ecco perché vorrei dedicare la frase di questo bambino al realizzatore di quest’opera cinematografica straordinaria, e credo che per lui sia di grande soddisfazione trovarsi d’accordo con un bambino”.

Per Marco Gisotti, direttore del Green Drop Award, questo premio “matura nel momento adatto: il giorno del nostro arrivo in laguna i giornali internazionali aprivano le prime pagine sullo scioglimento dei ghiacci polari. Non abbiamo più tempo di dolerci dei mali del mondo, ma è il momento di reagire e diventare promotori del cambiamento o, per usare la stessa metafora del nostro premio, tante gocce che insieme possono spostare anche una montagna”.

 

zp8497586rq