In nome della Rosa
Al museo di villa Torlonia, Casina delle Civette, fino al 27 marzo è di scena la mostra “In nome della rosa. La rosa tra liberty e dèco, simbolismi e geometrie nelle arti applicate nel primo novecento. L’esposizione, arriva a Roma dopo una precedente edizione al Filatoio di Carato di Cuneo, evidenzia con circa 40 opere la presenza della rosa , il suo significato iconografico e la sua fortuna nell’arte applicata del novecento. Bellissimi tralci del delicato fiore si appoggiano alle pareti esterne della Casa delle Civette, e colorano le aiuole , mentre dentro il museo appare nelle vetrate o negli stucchi.
Vi sono ceramiche , porcellane, vasi di vetro e bronzo, arredi, girelli di corallo, oro e avorio, vetrate e cartoni preparatori, provenienti prevalentemente da collezioni private, ma anche da importanti istituti specializzati in questo settore quali il Museo Richard Ginori delle porcellane di Doccia o il Museo Stibbert di Firenze.
La rosa vissuta da sempre come la regina dei fiori, in arte è spesso legata alla figura femminile, come simbolo di giovinezza, grazia e virtù, o emblema di grandi sentimenti quale l’amore. E i fiori sono la caratteristica dell’Art Nouveau, poiché associati alle fluenti linee delle donne. In seguito, nel linguaggio geometrico dell’Art Dèco, fiori e foglie recise vengono ripetuti ossessivamente, e divengono il motivo principale di decorazioni di argenti, vetri, ceramiche, ma anche stoffe o gioielli. Nel corso dei primi decenni del novecento, è la rosa che inizia a comparire su questi materiali, portando con sé gli antichi simboli e significati. La mostra documenta quindi la sua presenza e la sua fortuna nell’arte applicata del novecento.
I curatori della iniziativa Andreina D’Agliano, Carla Cerutti e Maria Grazia Massacra per l’occasione ogni domenica, fino al 27 marzo, saranno i protagonisti di visite guidate dell’esposizione alle ore 11.
di G.M. Ardito