Non è la prima volta che la MOSAICO VIDEO ci delizia con la sua attenzione per i film di mostri giganti, quelli che nel cinema giapponese sono conosciuti come “kaiju eiga”: abbiamo già avuto occasione di parlarne quando si è trattato di recensire il delizioso Gamera contro il mostro Gaos, una delle prime incursioni sul grande schermo per l’enorme tartaruga, divenuta poi una vera e propria celebrità. Quella, però, con cui ci stiamo ora confrontando, può essere considerata a tutti gli effetti la risposta che il cinema coreano seppe offrire, verso la fine degli
anni ’60, al successo internazionale delle pellicole realizzate in Giappone con Godzilla e Gamera protagonisti. Nacque così Yongary: un gigantesco sauro dal corno sulla fronte emerso dalle viscere della terra e straordinariamente simile, nell’aspetto, al “cugino” nipponico Gojira, alias Godzilla. Non solo per il look della creatura, ma anche per circostanze relative alla trama, si ha subito l’impressione che il film girato in Corea del Sud sia un clone malriuscito di quelli che nel paese del Sol Levante sapevano realizzare con ben altro tocco. Anche in Yongary il più grande mostro accade che il gigantesco lucertolone diventi una minaccia a causa degli esperimenti nucleari, che nel caso specifico portano al risveglio della creatura cui la tradizione locale è solita attribuire la genesi dei terremoti. E difatti Yongary si manifesta inizialmente come un’insolita scossa sismica che attraversa l’Estremo Oriente, fino ad emergere in superficie e minacciare direttamente, con la sua stazza e straordinari poteri tra cui il raggio letale emesso dal corno, la sicurezza del popolo coreano.

Il racconto risulta quindi un assemblaggio piuttosto incoerente di situazioni e personaggi già sperimentati nelle omologhe pellicole giapponesi, di cui si riprende anche, è ovvio, il pur divertente giocare coi modellini che esplodono e con figuranti incaricati di impersonare il mostro di turno, agitandosi dentro l’apposito costume. Tra improbabili missioni spaziali, mostri che ballano il twist, mezzi militari lanciati allo sbaraglio contro la pericolosa creatura, ed ingegnosi ragazzini che s’inventano strani rimedi per sventare la minaccia, è chiaro come il film coreano insegua i prototipi più famosi scopiazzando qua e là liberamente: ad esempio il bambino che a tratti guarda con simpatia al mostro sembra preso dai film di Gamera, mentre il modo di alimentarsi e di combattere dalla creatura stessa ricordano più da vicino Godzilla.
Il fatto che per questa edizione in DVD si sia scelto di riprendere la versione uscita all’epoca in Italia, con tanto di salti nelle scene e dialoghi tagliati per via dell’usura della pellicola, accresce quel senso di ingenuità, dovuto anche alle discutibili pratiche attuate in quegli anni dai distributori nostrani: basti pensare che per Yongary il più grande mostro, datato 1967, il nome del regista coreano Kim-duk Kim venne “americanizzato” in Kim Duke! Tutto ciò acuisce l’idea di operazione cinematograficamente un po’ scriteriata, quindi, per un film la cui riscoperta può comunque risultare gustosa e divertente, almeno per gli amanti del genere.