Giuseppe Maria PigliucciIl terzo millennio è iniziato con due certezze: la crisi irreversibile del capital-comunismo e la ricerca di nuove vie e la vera pandemia mondiale chiamata cancro.
Abbiamo con i nostri mezzi cercato di stimolare la ricerca, la politica, i cittadini, spesso creandoci nemici in molti ambiti. Dal politico amante della bella vita e del potere, “ammanicato” con le case farmaceutiche, all’ oncologo legato anima, corpo e mente alla chemioterapia (derivata da un gas tossico utilizzato nella prima guerra mondiale) usata spesso per straziare persone ormai alla fine dei propri giorni.
Venditori di speranza (ricercatori di grido), i quali grazie ai fondi elargiti dalle multinazionali orientano la ricerca verso strade tortuose e spesso inutili. Pensare che: “la ricerca si è fermata a studiare un gas tossico della prima guerra mondiale per combattere il cancro è incredibile, assurdo, disumano”.
Chiunque abbia tentato nuove strade è stato fatto fuori o messo a tacere. Un silenzio che grida vendetta, un silenzio che dovrebbe devastare le coscienze, un silenzio da studiare… Grandi luminari appaiono in tv parlando di conquiste, di passi avanti, di altri 10 anni per sconfiggere il male… Gente che grazie alla stampa e al dolore ha ottenuto; Potere, cliniche private e tanti, tanti soldi.
Spesso il volto del malato di cancro è scavato, gli occhi sono spenti e appaiono senza luce, l’anima evapora dai loro corpi allontanandosi, chiedono aiuto mentre la vita scivola via…
Mi chiedo a volte se questi grandi primari e oncologi guardano gli occhi del paziente prima di iniziare ad iniettargli “gas tossico della prima guerra mondiale”. Ho visto morire mia madre, amici, parenti, quello che mi ha colpito è stato l’accanimento terapeutico della medicina ufficiale con lo slogan: “chemioterapia ad ogni costo”. I DI BELLA, e tanti altri che provavano nuove strade sono stati definiti: cialtroni, stregoni, ignoranti, incapaci e potrei continuare.
La politica, la ricerca sana, la gente comune deve opporsi a tutto questo. Nuove strade devono e possono esistere per il bene dell’umanità. Abbiamo incontrato casualmente il Professore Giuseppe Maria Pigliucci, docente universitario, ora in pensione. In esclusiva presso gli studi di Media Live ha risposto alle mie domande. Confesso che non sapevo nulla della cura del cancro con l’Ipertermia.

Professor Pigliucci: che cosa è la bomba di cui mi ha parlato poco fa?
Il professore mi risponde con chiarezza e linguaggio accessibile a tutti: “Come le dicevo sono un esperto dell’ipertermia, la cura più moderna per curare il tumore. Molti paesi la utilizzano e tanti pazienti sono in cura. Parlo della Germania, del Giappone, Stati Uniti e tanti altri. La cura si basa sul riscaldamento del tumore, in quanto le cellule tumorali sono più sensibili al calore delle cellule normali e muoiono con il calore ad una temperatura espressa in gradi centigradi compresa tra i 41 e 43 gradi. L’ipertermia può essere associata a cicli di chemioterapia a bassi dosaggi con risultati importanti quali: arresto della crescita tumorale e convivenza con la malattia o addirittura diminuzione fino alla scomparsa della massa tumorale. Purtroppo pur essendo l’ipertermia una realtà certificata e accettata dalla medicina ufficiale, viene snobbata da molti oncologi i quali orientati ai protocolli chemioterapici non mollano. Spesso i pazienti non rispondono positivamente alla chemio, oppure hanno complicanze, oppure non vogliono farla. La bomba di cui parlavo è la seguente: “In una regione americana stanno vedendo i risultati di trattamenti con ipertermia consistente nell’iniettare oro nel metabolismo di cellule tumorali. Si è visto che l’oro produce calore e una volta iniettato nella cellula tumorale tale produzione di calore causa la morte della cellula tumorale.”
Dopo tali notizie chiedo ancora al Professore di spiegare meglio cosa è l’ipertermia.

Lui dichiara: “l’ipertermia è produzione di calore che scaldando a certe temperature le cellule tumorali le uccide o ne blocca la crescita. Ci sono varie tecniche per riscaldare il tumore: l’ipertermia perfusionale, termo-ablazione. La tecnica meno invasiva che io ho avuto l’onore di portare in Italia è l’ipertermia capacitiva, una tecnica che scalda la parte tumorale con onde elettromagnetiche dall’esterno e ne causa la morte in tempi più o meno lunghi. Sono onde elettromagnetiche prive di radiazioni ionizzanti. I tre principi su cui si basa l’pertermia sono:
a) Il riscaldamento di cellule tumorale causandone con il calore la morte;
b) L’ipertermia aumenta gli effetti chemioterapici;
c) Associando alla chemio l’ipertermia si possono abbassare i dosaggi di medicinale chemioterapico che sappiamo essere tossico per il fisico.
Vorrei aggiungere che l’ipertermia blocca il tumore e possiamo affermare che tra malattia e paziente si stabilisce un “patto di non aggressione” . Fermare la crescita del tumore comporta una qualità della vita del paziente accettabile. Spesso dopo due o tre anni la Tac del paziente certifica la presenza del tumore ma senza conseguenze disastrose, potremmo dire con per il diabete in cura. Ultimamente in molti casi la massa tumorale regredisce e in alcuni casi scompare.”
Il professor Pigliucci in questa prima parte dell’intervista apre una finestra di speranza per i pazienti e mette le basi per una riflessione profonda sulla ricerca e di come ripensare la ricerca in Italia affinché vengano percorse nuove strade per debellare una malattia mostruosa per i disastri che ha causato all’umanità, ma forse meno complessa di quanto ci vogliono far credere.
Ieri Di Bella, poi le chemio-prevenzioni, ora l’ipertermia. E se fosse l’approccio scientifico alla malattia ad essere sbagliato?

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