I punti cruciali del crack del sistema finanziario ed economico europeo possono essere riassunti in 4 figure chiave:

  1. Papandreu: il ministro greco, nell’ottobre 2009, rivede notevolmente al rialzo le stime dei principali indicatori di finanza pubblica. Il rapporto deficit/Pil del 2009 passa da 3,7% a 13,6% e quello generale tocca il 115,1%.
  2. Celtic tiger: l’Irlanda fu definita la Celtic tiger in quanto, tra il 1994 e il 2001 aveva avuto una crescita sostenuta pari ad una crescita media annua del Pil dell’ 8,5%, contro il 2,6% dell’area euro. Il trattamento fiscale al 12,5% fu un’esca per tutti gli investitori americani che volevano un porto sicuro per lo sbarco in Europa. Dal 2003 al 2007, la spinta della crescita economica si tramuto’ nell’economia reale in un continuo aumento dei prezzi per via delle forti speculazioni, soprattutto quelle in campo edilizio. Il boom di investimenti fece surriscaldare l’economia facendola bruciare piu’ velocemente del dovuto, portando a sfiorare la piena occupazione.investor2
  3. 3.    Boom di investimenti in Spagna: i flussi di investimenti esteri si riverso’ nel mercato immobiliare spagnolo, in quanto assicurava tassi di interesse piu’ alti rispetto ai paesi “core” dell’unione. Il driver principale del boom economico fu l’euforia che si venne a creare attorno al settore immobiliare spagnolo, che vedeva salire i prezzi di mercato quotidianamente. Il diffuso benessere porto’ forti pressioni inflazionistiche, che fecero perdere competitivita’ e attrattivita’ per i prodotti spagnoli, riducendo le espostazioni e aumentando le importazioni. Il tutto porto’ a forti squilibri di current account, che divennero insostenibili.
  4. 4.    26 Luglio 2012, Londra: Mario Draghi annuncia che la Bce si impegna ad acquistare “whatever it takes” su i mercati OTC, al fine di placare la forte speculazione su i debiti pubblici degli stati GIPSI (Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna, Italia). La banca centrale attraverso questa manovra “anticonvenzionale” e di stampo Keynesiano, riusci’ parzialmente a risolvere la questione. Il trattato dell’Unione europea vieta aiuti finanziari agli stati membri, tranne che per situazioni molto particolari (calamita’ naturali o emergenze) contenute e specificate nell’art.122.

 

 

I vari boom economici e lo sconsiderato liberismo, hanno sospinto l’economia europea e la crescita dei Paesi in via di sviluppo, detonando lo scoppio della crisi che si e’ trasformata in una lunga recessione.  Dobbiamo avere il coraggio di attraversare il tunnel.

 

 

 

 

GIOVANNI MARIA LEPORI