L’animazione cinica di Phil Mulloy
“Se Disney è il cuore dell’animazione, allora il britannico Phil Mulloy ne è l’intestino. Molto lontano dal colorato mondo fumettistico fatto di spassosi conigli, orchi coccoloni, e altri assortiti personaggi asessuati dagli occhi spalancati e moralistici che ci rendono il mondo più sicuro e lineare, i film di animazione di Phil mulloy sono volutamente ingannevoli, crudi e primitivi”. (Chris Robinson, Ottawa International Animation Festival).
Presentato fuori concorso al Ravenna Nightmare, Goodbye, Mr.Christie è in effetti un positivo e salutare shock, almeno per coloro che abbiano confidenza soltanto con gli esiti più rassicuranti dell’animazione mondiale. Più cinico di South Park, il lavoro di Phil Mulloy si distingue per un tratto grafico estremamente scarno, semplice, associato a contenuti di un certo spessore esistenziale, che si orientano poi con grande naturalezza verso quel black humour di cui la cultura britannica, colta o polare che sia, abbonda. Sesso e morte fanno da sfondo ai dialoghi di personaggi caratterizzati in modo beffardo, perfettamente in grado coi loro pensieri gretti e con un agire eticamente ambiguo e dissociato di mettere in crisi la visione tradizionale della famiglia, della religione, nonché le forti contraddizioni ravvisabili nella società dei mass media.
Un tono beckettiano avvolge il tutto, accompagnando il viaggio agli Inferi dello stolto e mediocre Mr.Christie, assediato peraltro nella sua surreale avventura da cronisti inopportuni, cani parlanti, ipocriti predicatori religiosi, divinità petulanti e per giunta non molto furbe, vista l’abitudine di presentarsi agli umani in forma di insetto… col serio rischio di farsi schiacciare! Con l’aggravante, poi, per il povero signor Christie, della prole ribelle e di una moglie repressa disposta però a concedersi al misterioso marinaio francese, tale Ramon, il cui fascino indiscreto colpisce indistintamente uomini e donne. Un umorismo sulfureo e politicamente scorretto è quello che contraddistingue, quindi, i dialoghi a tratti geniali di Goodbye, Mr.Christie, appesantiti appena da una parte finale che si concede qualche prolissità di troppo, in quell’incedere sempre più metafisico e nel tendere, inesorabilmente, verso il Nulla che inghiottirà i personaggi.