NONOSTANTE TUTTO
Venerdì 26 GIUGNO 2015 ORE 20.30
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti
L’Isola del Cinema
 
Nonostante migliaia di rifugiati e migranti siano morti nel tentativo di raggiungere l’Europa.
Nonostante l’Europa, patria dei diritti, chiuda le frontiere smentendo i suoi stessi principi fondanti.
Nonostante l’accoglienza si sia trasformata troppo spesso in un indecente malaffare.
Nonostante tutto, loro- i rifugiati- ci sono, con le loro storie, risorse, energia.
 
Il 26 giugno, i rifugiati che hanno partecipato al laboratorio di riabilitazione psicosociale del Consiglio Italiano per i Rifugiati,  promosso all’interno del progetto Rinnovare l’IN.VI.TO. finanziato dal Fondo Europeo Rifugiati e dalla Nazioni Unite, saranno su un palco per raccontarsi attraverso uno spettacolo di danza e musica, e due corti che hanno costruito assieme alla video-maker Christine Pawlata che li ha seguiti, oltre che nel percorso previsto dal laboratorio, anche negli spazi più intimi e privati del quotidiano. I nostri laboratori di riabilitazione psico-sociale quest’anno con la musica, la danza e il video, grazie ai formatori Steve Emejuru e Susan Long, hanno accompagnato 20 rifugiati in un percorso di recupero ed elaborazione del trauma.  
Perché il 26 giugno
Il 26 giugno è la Giornata Internazionale a sostegno delle Vittime di Tortura, indetta dalle Nazioni Unite. Purtroppo anche se invisibile, la tortura miete ogni anno migliaia di vittime. Basti pensare che un rifugiato su 3, tra quelli che hanno trovato protezione in Italia, ha subito torture nel paese di origine o durante il viaggio verso l’Europa.
 
La serata
Il 26 giugno alle ore 20.30 all’Isola del Cinema di Roma (Isola Tiberina) sarà presentata la performance NONOSTANTE TUTTO, interpretata da 20 rifugiati  che porteranno in scena, oltre a danze e canti, 2 improvvisazioni sul tema della NASCITA e della VIOLENZA e  verranno proiettati due corti che ci restituiscono quella tridimensionalità che è spesso sottratta all’immagine del rifugiato. Tutto questo attraverso la testimonianza  di Simon, dalla Repubblica Democratica del Congo, e di Therese, dalla Costa d’Avorio. Con le emozioni e la quotidianità e la complessità che stanno dietro ai numeri e le semplificazioni della propoganda.
 
Seguirà la proiezione del film Welcome
La serata è finanziata dal Fondo Europeo Rifugiati, i video prodotti sono finanziati dalle Nazioni Unite e da Fondazione UNIPOL con Unipol Gruppo Finanziario.

CONSIGLIO ITALIANO PER I RIFUGIATI – CIR

Il Consiglio Italiano per i Rifugiati è un’organizzazione umanitaria indipendente costituitasi nel 1990 su iniziativa delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di difendere i diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo. Il CIR lavora per garantire l’accesso alla protezione internazionale delle persone che fuggono da guerre e persecuzioni e per ottenere condizioni di accoglienza e integrazione dignitose, nel pieno rispetto dei diritti umani.
In 25 anni il CIR ha assistito oltre 120mila persone, ha contribuito a riabilitare circa 4 mila vittime di tortura e si è battuto per il riconoscimento dei loro diritti.
L’Italia ha cominciato ad essere terra d’asilo dagli inizi degli anni ’90. Molto è stato fatto in termini di accoglienza e protezione , ma molto rimane ancora da fare. I rifugiati che stanno arrivando sulle nostre coste – che fuggono in maggioranza dalla Siria, dall’Eritrea e dall’Afghanistan – hanno bisogno di protezione, accoglienza e possibilità di integrazione.
Progetto di Accoglienza e cura delle vittime di tortura
Dal 1996 con l’acronimo Vi.To il CIR è impegnato in vari progetti di Accoglienza e Cura delle Vittime di Tortura.
Il progetto prevede una pluralità di attività dirette alla persona. L’assistenza legale, che garantisce un supporto durante l’iter per il riconoscimento dellostatus in Italia, l’assistenza sociale, che mira a facilitare il processo di integrazione (scuola, sanità, casa e orientamento al lavoro) e a prevenire la traumatizzazione secondaria a cui i rifugiati sono particolarmente esposti a causa del loro vissuto e delle inadeguate condizioni di accoglienza.
Assistenza medica e psicologica specialistica volta alla diagnosi e cura degli esiti fisici e psicologici del trauma e a dare risposte alle problematiche e alle patologie presentate dai sopravvissuti alla tortura.
Un’ulteriore attività del progetto è la gestione di laboratori di riabilitazione psico-sociale che costituiscono anche essi un importante percorso terapeutico e di integrazione, in particolare nella fase iniziale della permanenza in Italia. L’inserimento nel gruppo laboratoriale offre ai sopravvissuti a tortura un’esperienza ponte tra mondo esterno e mondo interno. Questi laboratori durano dai 3 ai 5 mesi e riguardano diversi ambiti espressivi. Fra tutti citiamo i laboratori teatrali che organizziamo ogni anno e si sono rivelati dei potentissimi strumenti di riabilitazione.