La produzione musicale di qualunque compositore oscilla tra il sacro e il profano, ovvero la creatività contesa. Tante le attrazioni tra questi due poli che hanno centralità nell’uomo- compositore, creatore di suoni e di melodie, di forme musicali che racchiudono ora l’una ora l’altra spinta nel segreto della propria intimità. E’ per tale motivo che il concerto di questa sera evidenzia le linee musicali ispirate dal sacro e dal profano. Le celebri arie di Paolo Emilio Tosti, vero genio della melodia da camera italiana, costruite per sottolineare gli umani sentimenti del cuore, si alternano ai grandi maestri delle descrizioni delle passioni, ovvero gli operisti Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi e Giachino Rossini. E per un curioso gioco dei contraria scolteremo il giocoso Rossini nelle vesto del “sacro cantore dell’O salutaris ostia e , viceversa, il serio Verdi giocatore con lo stornello, scherzando in punta di melodia con il profano. In mezzo un Valzer lento di don Licinio Refice, denso di pathos e il preludio religioso dal gaudente Rossini, di profonda spiritualità.

E il Salve regina di D’Antò?

Giulio Caccini – Ave Maria

 Antonio D’Antò – Salve Regina

 Gioacchino Rossini – Da Petite messe solennelle O salutaris Hostia; Preludio religioso

 Paolo Emilio Tosti – Vorrei; Non t’amo più; non basta più; ‘A vucchella

 Licinio Refice – Valzer Lento

 Giacomo Puccini – Sole e amore

 Giuseppe Verdi – Stornello