Quest’oggi finalmente ho finito di montare sulla mensola della mia cameretta, un giradischi AKAY, completo di amplificatore e casse per poter sentire dei meravigliosi vinili.

Il vinile, come da Wikipedia, e’ stato introdotto nel lontano ’48 in sostituzione di dischi che avevano una capacita’ di memoria, molto limitata. Il 33 giri, infatti prevedeva fosse possibile un massimo di 40 minuti di registrazione per lato. Una vera rivoluzione per il tempo!

In ogni caso, nell’era emozionalmente fredda e sofisticata dell’hi-tech, le case musicali non riescono piu’ a riproporre quell’esperienza sentimentale legata al vinile. Tanto e’ vero, che dopo il successo mondiale del compact disc e l’eclissi dal mercato, il microsolco nero si e’ riproposto fortemente sugli scaffali solo da qualche anno.

Le copertine, sono vere e proprie opere d’arte, quadri, invenzioni grafiche ancora oggi moderne, che non possono essere accantonate in faldoni, e messe da parte in garage. Vorrei proporvi a tal proposito la copertina dei King Crimson, “In the Court of Crimson King”, che oltre ad essere uno dei migliori dischi di sempre, ha nella sua essenza uno stato di essere superbo, guardare per credere.

 

La qualita’ della musica prodotta dal giradischi, non e’ certo delle migliori, anche se per raggiungere buoni risultati bisogna metter mano al portafoglio, acquistando strumenti molto sofisticati e Lp di un certo livello. Lo scoppiettio della puntina sul vinile, quasi fosse lo stesso cantante a tossicchiare per schiarirsi la voce, rende cariche di calore le note prodotte e ti avvolge in sentori di un’epoca non tua, ma che senti molto vicino. Allora ti perdi nell’inebriante e poderosa meraviglia sel suono che ti trascina aldila’ di qualsiasi parete. Io sono ancora perso, per piacere non rovinate tutto con un navigatore.

 

GIOVANNI MARIA LEPORI