A Simple Life
Coppa Volpi all’ultima Mostra del Cinema di Venezia per la migliore interpretazione femminile, il volto acqua e sapone di Deanie Ip ci conduce, con naturale leggiadria e sicurezza, alla scoperta della semplicità dell’amore. L’amore indipendente da vincoli di parentela, l’amore concreto per chi ci vive accanto, silenzioso, discreto, ma coraggioso e saggio. E’ la storia vera della cinese Tao, che dall’età di tredici anni ha lavorato come governante ad Hong Kong presso la famiglia del produttore Roger Lee (Andy Lau), vedendo crescere quattro generazioni. La regista Ann Hui, esponente della new wave hongkonghese e vincitrice del più importante premio asiatico alla carriera, sceglie di raccontarne gli anni più difficili, quelli in cui ormai la vecchiaia e la malattia impediscono a Tao di lavorare, perchè è proprio allora, nel momento dell’ultima prova, che una vita semplice può diventare
eroica e il suo ricordo indelebile. Se il sacrificio di un’esistenza spesa al servizio degli altri, senza una famiglia e una casa propria, non può non commuovere, ancora più struggente è la figura di Roger, sempre in partenza o di ritorno da un viaggio di lavoro e in apparenza gretto e sfuggente, ma invece capace di esprimere, al momento giusto, la stessa profonda natura di colei che l’ha sempre nutrito, difeso e fatto sentire importante.
Mentre scorrono i titoli di coda di A simple life, prodotto e distribuito dalla Tucker Film (nata dall’unione di intenti tra il Centro Espressioni Cinematografiche di Udine e Cinemazero di Pordenone), la speranza è proprio questa: riuscire a capire e vivere l’amore autentico, essere capaci di guardarlo negli occhi senza imbarazzi o debolezze e rispondere in tempo alla sua chiamata. Cosa affatto semplice.
Lucilla Colonna