“E venne un giorno diverso dagli altri in cui, gli eroi più potenti della Terra si trovarono uniti contro una minaccia comune”. Quel giorno sarà il 25 aprile, una data curiosa visto l’anticipo della distribuzione italiana su quella americana (oltre oceano infatti dovranno aspettare fino al 4 di Maggio), ma nell’attesa vi propongo questa recensione in anteprima: il film è brillante, esplosivo, uno dei più bei film prodotto dalla “Casa delle idee”: mai la Marvel aveva osato tanto; ed è superfluo quanto doveroso parlare di quanto sia stata estenuante l’attesa da parte dei fans, io stessa posso assicurarvi in quanto tale che la mia alta aspettativa è stata pienamente soddisfatta. L’iniziativa Vendicatori, consiste nel riunire “un gruppo di persone eccezionali” contro la minaccia del dio Loki, il fratellastro di Thor che “nato per essere re” e rimasto all’ombra del dio tuono, rivendica un regno diverso da Asgard e sceglie la terra; per farlo ha poi bisogno del Tesseract, la primizia del tesoro di Odino (così lo definisce il Teschio Rosso nell’adattamento filmico di Captain America del 2011), il Cubo Cosmico in grado di dargli il potere necessario, così da guidare un esercito alieno: chi ha letto la serie Ultimates (a cui questo film deve molto) riconoscerà anche la provenienza, di questo esercito, trattasi infatti dei Chitauri (sebbene molto diversi da quelli a matita), capeggiati da un sinistro personaggio incappucciato di cui non vi svelo, per non rovinarvi la sorpresa, l’identità. A Nick Fury capo dello Shield, con le mani legate ed in guerra contro un dio nordico, non resta che mettere insieme i 6 eroi reclutati nei blockbuster precedenti, e formare il più bel team che sia mai stato portato sul grande schermo: non è raro avere più di un protagonista ma The Avengers getta una nuova base per mettere in scena tutti i protagonisti sotto la stessa luce, non trascurando nessuno. In ordine di apparizione: Occhio di Falco l’arciere dal cuore corruttibile (non come lo immaginate); la Vedova Nera, Natasha Romanoff, intenta a spillare informazioni segrete con metodi “poco ortodossi“, risultando così una vera “bad ass” l’unica donna del team; il “gigante” verde Hulk e cioè uno straordinario Mark Ruffalo, che nei panni del suo alter ego il dottor Bruce Banner non ci fa rimpiangere i due predecessori; “un genio miliardario playboy filantropo” ovvero l’egocentrico Tony Stark, inventore di Iron man, e visto che le guerre le combattono i soldati godetevi il Capitano Rogers meglio noto come Captain America dare ordini da veterano alle nuove generazioni; ovviamente anche Fury ha nella proprie fila un principe Asgardiano, il mitico Thor combattuto tra salvare la terra dei mortali e allo stesso tempo salvare suo “fratello”, per riportarlo ad Asgard. Ma se questi personaggi non avevano bisogni di presentazione, aspettate di vedere come si troveranno a “lavorare insieme”: sono una squadra di eroi instabili, un team troppo eterogeneo, una bomba pronta ad esplodere, e così l’alchimia che si istaura tra di loro è tutto meno che prevedibile. La pellicola è ricca di ironia (e Tony Stark, in questo, la fa da padrone) ma tiene con il fiato sospeso fino alla fine, il climax e l’azione la fanno da padroni nell’ultima, catartica mezz’ora, mentre il colpo di scena ci mette di fronte alla verità che ognuno di noi da bambino (e non) ha sempre creduto: gli eroi non sono solo quelli con i super poteri, ma coloro che hanno una motivazione, un sogno per cui vale la pena combattere.

A cura di Francesca Tulli