Finalmente si è riaperto al pubblico uno dei tanti luoghi suggestivi di Roma, il Cortile del Vignola, accanto all’area Palazzo dell'informazione 15-11-07: Mostra dello scultore Ugo FerreroArcheologica dello Stadio di Domiziano, Piazza Navona 45. In tale occasione si è inaugurata il 2 luglio alle ore 17  la mostra “Border Line Classic Contemporany” degli artisti Ugo Ferrero ed Alberto Parres a cura di Giuseppe Ussani d’Escobar.

Ugo Ferrero laureato in Sociologia della Comunicazione vive e lavora a Roma. Si dimostra da subito un artista poliedrico, inizia molto giovane a scrivere poesie, a diciasette anni scrive il suo primo libro “Mizar” e  dopo due anni pubblicherà il volume illustrato “Testacoda”, nome anche della galleria che aprirà a Roma. Si dimostra interessato anche alla musica scrivendo testi di canzoni e producendo alcuni artisti.  Tra un viaggio e l’altro, dirige una sua Agenzia che si occupa di pubblicità basata sulla metodologia Psicolinguistica applicata al Marketing:  Negli anni ’90, l’amico architetto Maurizio Papiri, lo invoglia a riprendere la sua produzione di sculture; da qui la nascita delle sue opere dedicate ai Poeti Maledetti, secondo la stesura definitiva tracciata da Paul Verlaine nella sua celebre antologia. A questa produzione si aggiungono altri “omaggi” a poeti e scrittori che l’artista considera nodali per la cultura nazionale ed internazionale, da Voltaire a Gatto a Bacon, da Pasolini a Sontag, da Zweig a Merini. Ugo Ferrero presenterà due trittici, “Ciò che non sapremo mai di noi stessi” e “Saggezza, Forza e Bellezza”.

Alberto Parres è nato a Tangeri il 26 agosto 1953. Ha frequentato l’accademia di Belle Arti a Parigi e a Siviglia. Si è diplomato nel 1980 all’Accademia di Belle Arti di Roma nel corso di pittura. Vive e lavora a Roma. Le opere di Alberto Parres sono evocative, simili a “frammenti architettonici che sembrano versare lacrime di marmo”, sculture attraverso le quali esprime ogni suo sentimento.

La mostra fa parte di quegli eventi in programma nel cartellone dell’Estate Romana da non perdere, in quanto unico nel suo genere, dove si fondono i linguaggi di due artisti apparentemente molto diversi ma legati dalla stessa ispirazione verso la Classicità manifestata con originalità e forza creativa.

Le opere dei due artisti vanno a delineare la forma di un cerchio, nel cortile del Vignola, figura geometrica tanto cara al Vignola, la figura perfetta. Il cerchio come invito per ognuno di noi, visitatori trasportati dal bello, a rimanere al centro degli equilibri di questo mutante Universo, un richiamo al pensiero entropico, all’importanza dell’essenziale allontanando il superfluo a salvaguardia del noi e della nostra terra.