Libera elaborazione drammaturgica di  RICCARDO REIM

da ECUBA e TROIANE di Euripide

Con

FRANCESCA BENEDETTI

 Raffaella Tagliata, Pierluigi Pizzetti, Andrea Volpetti

e con Roberto Bisacco e Fabio Crisafi

Regia di

BEPPE MENEGATTI

Partendo da ECUBA e TROIANE di Euripide, la rielaborazione di Riccardo Reim (scritta appositamente per Francesca Benedetti) rivisita la tragedia greca – e il mito che ne costituisce l’origine e il cuore – alla luce delle suggestioni surrealiste e metafisiche di Savinio e Böcklin con il filtro, per così dire, della ‘nausea’ esistenziale di sartriana memoria. In una sorta di magazzino-discarica Ecuba accoglie i ‘fantasmi’ della propria esistenza (deformi e ridotti ai minimi termini) in schermaglie atrocemente grottesche e degradate come avanzi frusti e polverosi di qualche vecchio repertorio divenuto ormai improponi

bile.… L’insondabile perentorietà della tragedia greca si scontra stridendo con le atrocità dei nostri giorni, inquietantemente simili a “scene di caccia antica”: il linguaggio alterna toni e registri diversissimi, “alti” e “bassi”, “aulici” e “plebei”, “poetici” e “giornalistici”… Dal nulla che circonda la protagonista emergono, simili a relitti, interessi e ricordi; il dialogo diviene un elenco di atti e pensieri angosciosi, inconfessabili, assurdi: via ipocrisie e pregiudizi, ma via anche ogni pietà e ogni umana intesa. Tutto sembra demolirsi, sbriciolarsi, annientarsi – persino nella cifra di una terribile, deforme comicità (si vedano Cassandra, Andromaca ed Elena, impersonate da tre uomini senza nulla concedere al tradizionale ‘en travesti’) che sembra lasciare spazio soltanto a un disperato annaspo dopo il quale c’è, per l’appunto, la nausea. Ed è forse proprio la “nausea”, come suggeriva Sartre, la sola possibile conquista per l’uomo.    A vestire i difficili panni della protagonista è, come si è detto, Francesca Benedetti, attrice da sempre amante del rischio, intelligentemente divisa tra avanguardia e classicità, che qui ritrova l’humus delle sue interpretazioni di Siracusa e di Gibellina in un  linguaggio provocatorio e affabulante; la regia è affidata a Beppe Menegatti, regista dalla ben nota formazione viscontiana e dalla straordinaria versatilità (il primo in Italia, fra l’altro, a rappresentare Samuel  Beckett), attivo nella prosa come nell’opera lirica e nel balletto, qui impegnato in una nuova, stimolante sfida.

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