L’università Roma Tre apre le porte al teatro e alle donne e lo fa con uno spettacolo che vuole essere un ennesimo grido contro un fenomeno sempre più dilagante, il femminicidio.
Giovedì 16 maggio alle ore 15 l’Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Roma Tre ospiterà “Ferite a Morte” , un progetto teatrale di Serena Dandini che attingendo alla cronaca ha voluto dare voce a tutte quelle storie di donne che una storia non hanno più.
Un lavoro a quattro mani, grazie alla collaborazione con Maura Misiti, ricercatrice del CNR, che ha permesso di ricostruire la vita di queste involontarie protagoniste di fatti etichettati dai giornali come cronaca nera. Con la parola cronaca si indica la descrizione di avvenimenti in ordine cronologico e senza valutazione critica; bene questo non è accettabile quando si parla di episodi in cui donne vengono uccise, picchiate, vessate psicologicamente, il più delle volte, da chi dovrebbe proteggerle e amarle.
Il femminicidio non può essere ridotto ad uno sterile resoconto dei fatti ed è per questo che in “Ferite a Morte” queste donne riprendono voce e raccontano il loro punto di vista e lo fanno attraverso l’interpretazione di attrici, ma anche di persone della società civile, come in questo caso dove i protagonisti saranno le studentesse, i docenti, gli studenti, il personale dell’Università Roma Tre, Giorgia Cardaci e Orsetta De Rossi, con la partecipazione di Serena Dandini. La scena teatrale è sobria, un grande schermo rimanda filmati evocativi e un dj in scena propone la musica che serve per voltare pagina tra un racconto e l’altro.
Oltre alla rappresentazione di questo spettacolo, giovedì 16 maggio, sarà presentato anche il libro Ferite a Morte con l’ intervento di Serena Dandini e di una rappresentante della Convenzione NO MORE!, a cui saranno devoluti i fondi raccolti con l’iniziativa.
Questa convenzione è nata dalla sinergia di diverse associazioni unite per affrontare questa emergenza e che le ha portate a stilare un elenco di priorità e servizi che l’agenda politica dovrebbe fare propri.