Il Bullicame è un lu683_1ogo meraviglioso e naturale raccontato dai grandi viaggiatori di passaggio da Viterbo. Non è un caso se Dante Alighieri parla del Bullicame. Infatti, nella Divina Commedia, non c’è posto per luoghi che non siano di una grande ed unica bellezza. Quindi il Sommo Poeta, già nel XIV secolo, investì il Bullicame di un titolo che oggi in termini moderni è chiamato “Patrimonio dell’Umanità”, ed è gestito dall’Unesco.

Il Bullicame sta lì a ricordare che Viterbo è una zona vulcanica interessata attualmente da un vulcanismo cosiddetto secondario. Il vulcano di Vico (400.000 anni fa) è quello che ancora consente al Bullicame di erogare acqua calda a 58 gradi centigradi. Recenti scoperte hanno infatti stabilito che una goccia di pioggia che cada sulla catena montuosa dei Cimini, dopo 6 o sette mesi compare sulle nostre tavole sotto forma di acqua potabile. Ma se la stessa dovesse entrare nei profondi meandri che alimentano le falde acquifere termali, ebbene quella goccia impiegherebbe 30 o 40 anni per ritornare in superficie dalla caldaia del Bullicame.

Nei versi danteschi (Inferno canto XIV) il Somma Poeta mette a fuoco due “notizie”. Le peccatrici presenti vicino alla “callara”, secondo alcuni commentatori della Commedia il termine peccatrici potrebbe essere stato trascritto male al posto di pettatrici. Quest’ultime erano braccianti che provvedevano a mettere a bagno nell’acqua del Bullicame i fasci di canapa per la macerazione. Infatti, in quel periodo del Medioevo Viterbo era famosa per la qualità del lino e della canapa che era bianchissima e molto ambita. (da Wikipedia)
Anticipando quello che oggi, con cognizioni di causa affermano i testi di medicina: le acque terapeutiche del Bullicame sono una vera panacea per la cura delle infiammazioni di ogni genere. Poi la seconda notizia è racchiusa nei versi “lo fondo suo ed ambo le pendici/fatt’erano pietra e margini di lato”. Infatti, dovunque passi l’acqua di questa sorgente, la terra si trasforma uno strato di travertino. Intorno alla “callara” si può ancora oggi leggere la storia dei ruscelli che in passato uscivano da questa nelle concrezioni pietrose che questi flussi hanno lasciato sul terreno. La cosa stupenda che è un luogo fruibile gratuitamente da tutti.

I suoi abitanti si adempiono a prendersene cura come una loro proprietà, una loro creatura. Come perfetti ed attenti padroni di casa, scrutano minuziosamente gli erranti visitatori che condivideranno con loro tale spazio. All’inizio scostanti e poco socievoli, si dimostrano poi gioviali e chiacchieroni, vicini di vasca dediti alle onoranze di casa, ospitali, offrono ogni bontà gastronomica con generosità, concedendo inoltre i loro comodi cuscinetti di gomma per un relax da veri sovrani del Regno della cura psicofisica.

Non faccio certo parte della Proloco di Viterbo, ma la bellezza intrigante di tanto benessere, ho pensato che vada elogiata.
Il Bullicame come esempio, per caparbia, resistenza, estrema bellezza e soprattutto per le sue doti curative, per la sua natura vulcanica, per l’aspetto gratuito per tutti noi viandanti.

Provare per credere e buon bagno a tutti.