Va bene proteggere i lavoratori, ma chi crea lavoro in Italia?
Dovrebbe essere la buona economia, che purtroppo è il nostro cruccio. Molti parlano di giovani, che abbiamo il dovere di salvaguardare, ma alle intenzioni devono seguire fatti concreti, se non ci sono investitori, se non si mette mano alle diverse inefficienze del sistema come quelle della spesa pubblica la buona economia non ci sarà. Di questo devono essere tutti consapevoli, e credo che se ognuno di noi si guardasse dentro troverebbe la forza e le risposte per farcela.

Secondo lei non sarebbe il caso di agire anche per recuperare i 100 miliardi di euro di sommerso generato dalle organizzazioni di stampo mafioso, in una prospettiva di risanamento del bilancio ma anche per la costruzione di un sistema più trasparente?
Il sommerso non solo toglie risorse allo Stato, ma blocca gli investimenti. La mafia poi alimenta la cultura dell’illegalità che sfocia in ultima istanza nell’evasione delle tasse. Lo Stato in quest’ottica dovrebbe limitare le sue pretese su lavoratori e pensionati ai quali vengono trattenute le tasse alla fonte.

Come concilia il suo lavoro con la spiritualità?
Siamo stati messi al mondo per essere costruttori della realtà, Dio ci vuole al suo fianco nella manutenzione del creato ed è proprio questa consapevolezza che serve per realizzare il bene comune.