Resoconto della
conferenza stampa di “Isole” il nuovo film di Stefano Chiantini

Parlano i produttori

Selvaggia Sada e Gianluca Arcopinto

 

“Isole è un film davvero indipendente, e ci fa piacere che nonostante la bizzarria della distribuzione italiana in questo periodo sia riuscito a vedere la luce. E’ stato complicato scegliere la modalità di distribuzione, ma (è proprio il caso di dirlo) alla fine è “andato in porto”, anche grazie al piccolo finanziamento avuto dai privati, tutti abruzzesi che noi ringraziamo di cuore.”

Prosegue Gianluca Arcopinto: “Il discorso sulla scelta delle modalità di distribuzione è semplice e secco. Alla luce della stagione, che è stato un vero e proprio disastro per gli ottimi film usciti in questo periodo, durati al botteghino sì e no 5 giorni, avevamo previsto che Isole avrebbe fatto la stessa fine, ed ho lanciato l’ipotesi di distribuirlo “da soli” in maniera nuova, innovativa; e ci siamo riusciti con l’aiuto della nuova casa di produzione, la Zarof, che ci ha permesso di seguire questa modalità: il film verrà mostrato il 10 maggio al cinema Nuovo Sacher di Roma, mentre, a partire dal giorno dopo, con la visione di un altro film nello stesso cinema verranno distribuiti gratuitamente i dvd di Isole in migliaia di copie, così avremo una ampia visibilità. Magari non tutte le persone  vedranno il dvd, ma chi lo vedrà non sarà da solo, dando quindi inizio a una vera e propria divulgazione. Siamo nel 2012 e non possiamo non fare i conti con la rete, per cui il film sarà visibile gratuitamente dal 16 di maggio sul sito di Repubblica.it: sembra un esperimento folle, ma il solo fatto che dopo la notizia della divulgazione gratuita in rete molte piazze di città importanti ci abbiano chiesto di portare il nostro film, incoraggiando così altre iniziative, ci riempie di speranze.
Queste nuove modalità, in un paese civile (il nostro non lo è più da molto tempo) sono un gesto di correttezza nei confronti degli altri e allo stesso tempo di scorrettezza nei confronti del “sistema”, perciò abbiamo deciso di portare a termine, sublimandola, questa “scorrettezza”.

 

Parla il regista Stefano Chiantini

 

“Il film è approdato anche al festival di Toronto, nonostante io ne fossi poco convinto, ma mi sono fatto persuadere di buon grado da Gianluca Arcopinto. Isole ha dalla sua un vasto spettro di solitudine e di disagio, comune ad ognuno di noi.Infine ho condiviso l’idea e il punto di vista di Gianluca Arcopinto perché, in seconda battuta, questo film godrà di una buona pubblicità, cosa che solitamente non avviene per altri film di valore.”

Cominciano a piovere le domande: “Qualcuno del cast vuole aggiungere e dire qualcosa di suo?”

Il silenzio viene interrotto, dalla schietta voce della protagonista Asia Argento che ribatte:

“No, solitamente gli attori non parlano”

Stefano Chiantini sorride, preparandosi a rispondere alle domande del pubblico. Prima, però,
un’altra domanda per Arcopinto
:

Hai avuto rapporti con il Nuovo Cinema Aquila? E come mai il film è
stato presentato a Toronto ma non a Venezia?”

“Ho avuto e ho rapporti con il Nuovo Cinema Aquila, ma non in questo caso. Dal festival di Venezia non abbiamo avuto risposte certe, nonostante fosse in predicato di entrarvi, e con decisione assai convinta (magari non condivisa subito da tutti… vero Stefano?) abbiamo scelto il festival canadese”

Tornando a Stefano, perché scegliere proprio questa storia da raccontare?

“Ho voluto raccontare questa storia per una mia esigenza, avendo conosciuto una persona con nella vita le problematiche della mia protagonista Martina, il che mi ha stimolato: tutto ruotava su un personaggio che non viene capito e non perché non parli ma perché il mondo non lo sa ascoltare. E‘ da questo incontro, che ha colpito la mia sensibilità che ho deciso di scrivere la sceneggiatura, elaborata poi con Massimo Gaudioso e Giuliano Miniati, e la storia ne ha acquistato dignità”

Aggiunge Asia Argento, protagonista e interprete di Martina:

“Ho accettato la parte quando ho letto la sceneggiatura, ed è stato un incontro consensuale, mi sono subito innamorata del personaggio, del suo modo di comunicare ad un livello più profondo sia nella vita che al cinema: è stata una sfida dell’anima, per poter comunicare col corpo, l’anima e non con le parole. E’ stata una lavorazione particolare, eravamo in pochi ma tutti uniti. Intorno a noi la cornice delle Isole Tremiti: raggiungevamo il set con un battello che ci metteva un’ora, al mattino, e mi ha colpito questa natura meravigliosa dopo l’inverno. I gabbiani. L’atmosfera. E’ stata un’emozione enorme e poterla condividere con altri attori sensibili aiuta nel lavoro.”

Domanda dal pubblico a Asia Argento: “Le esperienze della tua vita privata ti hanno condizionato o sono state d’aiuto, per interpretare questo personaggio?

“No, non ho scelto di interpretarlo per motivi personali, nella vita come al cinema non c’è mai calcolo. In questo mestiere poi non si sceglie ma si viene scelti. Ho fatto più di 50 film e anche questo è stato diverso da tutti gli altri, mi ha permesso di crescere. Faccio questo mestiere da quando avevo 9 anni, ed è la cosa più importante della mia vita, insieme ai miei figli.”

Parla Giorgio Colangeli che interpreta Don Enzo:

“Si è trattato di interpretare un prete che non fa vita da prete, senza venire meno alla sua fede e ai suoi precetti. E per interpretarlo ho svolto un lavoro “antistanislasvskij”. Ho un bel ricordo da condividere riguardo a questa esperienza, Stefano è solito rivedere lo script alla luce della sua sensibilità, e io invece tendo ad essere consapevole di quello che avviene durante la lavorazione, voglio essere consapevole di dove andrà il mio personaggio, ma in questo caso ci ho rinunciato per lasciarlo in libertà; e imparavo il personaggio ogni volta sulla scena, permettendogli di andare avanti senza freni, senza parabole di svolta, perciò è stata un’esperienza diversa ma molto interessante. Il mio personaggio è un prete come lo sono di solito nei piccoli centri, che nel loro ruolo non hanno ieraticità, non sempre vestono di nero, ma sono integrati nella vita di paese, nelle beghe professionali e umane; è un personaggio ruvido, di poche parole, che si riesce a capire dai dettagli e non dalle parole, per l’appunto, avendo poi un rapporto teso e ruvido con la sorella. Quindi un personaggio affascinante e al contempo difficile da approfondire. L’ambiente delle isole Tremiti è anch’esso un protagonista del film: la natura lo è, le api lo sono, le api producono il miele ma pungono, sono una risorsa che l’uomo ha imparato ad usare, ma non per questo le ha cambiate; ha dovuto trovato un compromesso con loro, è sceso a patti; questo dovrebbe essere il rapporto tra l’uomo e la natura stessa, è una interpretazione che tende al rispetto reciproco, per accettarci così come siamo.”

Parla Ivan Franek che interpreta Ivan:  “mi trovo d’accordo, il cast di questo film è fantastico, è un film profondo che insegna il valore del poter “parlare” non solo con le parole. Mi è piaciuta molto la profondità e l’umanità di questa ragazza, che è muta ma comunica molto; io vengo da un altro paese, ho notato che spesso per uno straniero è difficile anche chiedere un pezzo di pane, stando  in Italia o comunque fuori dai propri confini. Qui invece si va oltre la comunicazione verbale. Come diceva Asia, in questo mestiere siamo scelti, mi piacciono i film drammatici ma ogni tanto mi piace interpretare anche le commedie divertenti: per un attore è importante interpretare tutti i tipi di ruolo possibili, come ha fatto in Europa Depardieu, altrimenti non si “arriva in porto”. Se si lavora bene e in maniera precisa si vede dove ti porta la nave e questo progetto, per la sua complessità, è stato bello, intenso, con tre protagonisti che somigliano proprio a delle “Isole”, rispecchiandosi così nei luoghi che fanno da cornice al film ”.

Parla Anna Ferruzzo che interpreta Wilma: “Sono entrata nel progetto tardi, neanche un mese prima delle riprese, ed ho vissuto un’esperienza magica alle isole Tremiti: girarci n film è tutta un’altra cosa rispetto all’esserci stata in vacanza. Il personaggio l’ho cercato insieme a Stefano, non volevamo che fosse la classica cattiva che vuole allontanare i due innamorati, ma volevamo dare a Wilma, la sorella del parroco, una tridimensionalità così che il personaggio non fosse tutto negativo ma acquistasse una connotazione di colore grigio, più sfumato. La scoperta è stata Asia: una persona straordinaria, molto professionale, e coraggiosa al punto di immergersi nell’acqua gelata con un clima ancora più rigido, senza contare che ha guidato un’Apecar per strade impervie, non so quante attrici l‘avrebbero fatto.”

 

Parla Paolo Briguglia
(che il regista ricorda essere un personaggio in vista, nel nuovo film di Woody AllenTo Rome With love”):

“In Isole, che a me ha ricordato il Wenders de Lo stato delle cose, fin dal primo scorrere delle immagini sentiamo il mare, la salsedine, il vento: è un film che si deve fare spazio nel panorama italiano a sportellate, siamo invasi dalle commedie di bassa lega, ed il cinema d’autore è in una gabbia dove si fatica a ottenere visibilità. Bene ha fatto Arcopinto a sciogliere il nodo con la spada, e chiudo con questo slancio poetico, perché il film ancora non l’ho visto (ride) e potrei dire una marea di “stronzate”

Parla Alessandro Tiberi : “Girare il film è stato letteralmente un’ avventura per me che non amo volare, ho preso l’elicottero, non quello privato di Chiantini ovviamente (il cast sorride per la battuta), ma uno di linea (come conferma anche la produttrice Selvaggia Sada), così da
raggiungere  le Tremiti. Sono stato sul set per soli 2 giorni,  ma mi hanno fatto fare di tutto! Un’esperienza davvero intensa, io e Paolo volevamo comprare una casa nell’isolotto di Capraia, ma abbiamo rinunciato quando ci hanno detto che lì ci sono solo topi.”

 

Altre domande del pubblico

Domanda per Asia Argento : “Puoi dirci qualcosa di più sulla tua esperienza nel lavorare con le api? Sono peggio le api o i Rottweiler ?”

 

“Che cazzata” risponde glaciale alla domanda e poi continua seria : “ le api le ho incontrate sul set, erano più di ottantamila, non le avevo incontrate prima in nessuna riunione di sceneggiatura (sorride). Non sono una amante degli insetti, la mia paura più grande sono le cavallette che odio, ma ho conosciuto l’apicoltore che cura questi animali con cura e delicatezza, lui mi ha insegnato tanto: sono animali fedeli e intelligenti, così è stato facile abituarmi, la paura è svanita, sono arrivata ad accarezzarle a mani nude. non sono stata punta, Ivan per esempio è stato punto, punito per aver girato sul set scoperto sulle braccia, tant’è che gli hanno iniettato davvero il cortisone: Io al contrario ho imparato da loro, ho imparato il significato di timore referenziale. Mi piacciono le sfide, vado oltre e nel film ne ho affrontate davvero tante: la guida scomoda, l’acqua gelata, per cui ho dovuto asciugare i miei vestiti con il phon e con il vento, là non potevo fare altro”

 

Al regista Stefano Chiantini: “Ci sono delle analogie con il film “Respiro” ?”

 

“No, è un film che mi è piaciuto, ma in tutta onestà non l’ho tenuto presente e ho seguito il mio percorso. Ma a quanto pare ci sono delle affinità come pure col più recente Terraferma: quando ci siamo trovati con Emanuele Crialese (per l’appunto il regista di Terraferma appunto) nella stessa rassegna, a Toronto, ci sembrava di aver fatto un film in qualche modo complementare. Mentre davanti al film Quasi amici del francese Olivier Nakache abbiamo trovato un’opera che inconsapevolmente somiglia molto all’idea che avevamo inizialmente per “Isole”. In parte ci sono le stesse tematiche, tra cui quella del “badante” straniero, affrontate però alla fine in maniera completamente diversa rispetto a quei toni da commedia che  Massimo Gaudioso, ad esempio, avrebbe preferito.

La scena finale, è un richiamo a “Lost in Translation”di Sophia Coppola

“Non proprio, ma mi sa a questo punto che ho copiato un po’ ovunque! (scherza) Adoro la Coppola, ed anche a Gianluca Arcopinto piace, quella in particolare non era una citazione volontaria ma quando ho visto Somewhere sono rimasto senza parole: un po’ volevamo ricreare la stessa atmosfera, ecco, nell’atmosfera c’è qualche rimando alla Coppola, ma l’unica citazione volontaria è quella che fa Ivan dicendo “nell’acqua si vedono le persone che amiamo”, scena volutamente ispirata all’Atalante di Vigo

 

All’estero c’è molta richiesta di film come questo, piuttosto che  di quelli scialbi con i titoli delle canzonette che vanno di moda ora .Qual è la tua opinione in merito? Non è il caso di ribellarsi a tutto questo?”

“C’è bisogno in un paese civile, e noi abbiamo smesso di esserlo, di tutti i tipi di cinema, personalmente credo che per fare le cose bisogna sentirle, un film non deve corrispondere per forza a un archetipo per ottenere risultati, non deve seguire segue le tendenze. Quando esce un film col titolo di una canzone e ha successo, ne piovono a valanga altri basati sulla stessa premessa, questo non mi piace. C’è in Europa un tipo di cinema super dignitoso che non ha questa visibilità, a nessuno poi piace fare la vittima predestinata. Isole vuole perciò essere al fuori dagli schemi, ed è stato comunque un bel percorso”

 

Aggiunge Gianluca Arcopinto:

“All’estero si cerca questo tipo di opere, ma ribellarsi al sistema distributivo nostrano significa per alcuni ostinarsi a condurre una battaglia persa. Facendo i conti con la realtà mi rallegrò di due bellissimi film usciti quest’ anno, che sono tutto meno che canzonette: Romanzo di una strage e Diaz sono film di alto livello, sono esempi di “cinema civile”. Lavorare al meglio è la battaglia che dobbiamo continuare a combattere, nonostante tutto vale la pena combattere ancora e cercare nuove strade, come degli ‘Isolati pionieri’ ”.

A cura  di Francesca Tulli