Tre numero perfetto! Perché proprio tre tazze di tè? A spiegarlo il capo villaggio di un paese del Pakistan: “La prima volta che bevi una tazza di un tè con uno di noi sei uno straniero, la seconda un ospite onorato, la terza fai parte della famiglia”.
Tre tazze di tè, storia straordinaria dell’alpinista Californiano Greg Mortenson, dalla quale ne è nato un libro di fama mondiale, la cui lettura ha aiutato molte persone a cambiare stile di vivere la vita in modo positivo e audace verso tutte le cose che si vogliono raggiungere e che si desiderano ardentemente. tre
Scritto a quattro mani dallo stesso Greg Mortenson e dal suo amico di viaggio il giornalista David Oliver Relin e collaboratore attivo di Amnesty International, il quale si è sempre occupato del caso dei bambini soldato.
Viaggio fantastico dove la tenacia e la forza di volontà di una persona sola a dimostrazione del fatto che anche la scelta di un solo uomo può fare la differenza,

“Volere è potere”.
L’alleanza, l’unione e la voglia di fare per gli altri emerge prorompente in questa storia vissuta da Greg durante una scalata sul K2, dal quale purtroppo precipita. Grato del soccorso e dell’aiuto che gli abitanti di un paese vicino gli offrono, ricambia divenendo la lampada di Aladino nel realizzare il loro desiderio più sentito/dimostrato: “Garantire un’educazione per i loro figli”. Da quel momento la sua promessa si materializzerà in cento scuole laiche in quei paesi di povertà e guerre. La domanda nasce spontanea: “Perché non ci sono soldi per annientare la fame e la miseria mentre per le armi e le guerre si trovano?
Il suo unico obiettivo, aiutarli e seminare prese di coscienza ben forti.
Anche la Francia, da parte sua … “qualcosa si muove”: “Cercare di far approvare la legge di vietare l’uso del burqa”. In risposta, una donna con tono deciso e marcato a tale tentativo: “La luce verso l’istruzione è quella che conta, ci sono cose molto più importanti del problema di vedere il mondo attraverso i buchi del burqa”.
Da quel momento in Greg diventò sempre più profondo il valore del suo obiettivo, rimanendo indifferente anche agli uomini che lo osservano dai mirini dei loro fucili, l’unico suo fine … riuscire a scalare la sua montagna interiore che in quell’istante si era impegnato a percorrere, per portare l’istruzione ai bambini di quei posti, maschi e femmine senza distinzione alcuna.

Greg è candidato al Nobel per la Pace, perché grazie a lui l’edificazione di una semplice scuola, è diventato il primo mattone per l’educazione di giovani sottratti all’indottrinamento estremista delle madrase wahhabi.
Un baluardo verso la possibilità dell’insegnamento laico, rappresentando l’alternativa sostanziale a scuole dai precetti radicali o volte ad inculcare odio verso il mondo occidentale e che pure, per molte famiglie povere, rappresentano l’unico escamotage per garantire ai figli un riparo e il pasto quotidiano.
E’ la storia fuori dalle comuni regole che parla di: scuole laiciste tra centinaia di altre estremiste; di un americano tra afghani, pakistani e talebani, di un infermiere di provincia tra capi musulmani e governi corrotti, di uno statunitense che ha scoperto che “casa” è il solo nome adeguato per un villaggio sperduto sulla catena himalayana, lì dove, inverno dopo inverno, il popolo baltì attende il disgelo di menti intabarrate in congetture e credi ormai da sfatare ed elidere per riuscire ad andare verso un mondo di pace e di amore.
“Chi si arrampica in montagna sa che deve seguire più l’istinto e i sentimenti più che la ragione”