Questa rubrica, come quella dedicata alla crisi americana, vi spieghera’ meglio i perche’, le teorie sottostanti, le motivazioni e le caratteristiche macro e micro economiche nell’ambito della crisi nell’area euro.

Nel 2011 la Grecia e’ il primo paese ad andare in crisi, seguita a ruota da Irlanda e Portogallo, paesi molto esposti e con un gran debito pubblico, tale da mettere in dubbio la sua solvibilita’.

Nell’estate del 2011 anche Spagna e Italia vengono messe all’angolo dalla stretta morsa degli investirori internazionali. Lo scenario economico e’ molto simile all’ipotesi del modello di II Generazione, quando il volere e le aspettative degli investitori possono influenzare le scelte di  politica economica di una determinata nazione o area, facendo avvitare il paese in questione in una spirale recessiva. investor

La crisi puo’ essere paragonata, per facilitarne l’assimilabilita’ e la comprensione, ad un vero e proprio virus. In questi termini, la deregolamentazione globale ha fatto in modo che le “difese  immunitarie” del sistema finanziario si abbassassero in modo tale che molti virus poterono contagiare i suoi organi vitali. Una volta che il virus poteva scorrazzare all’interno dell’organismo, senza nessuna barriera, ci mise pochissimo per infettare tutto, fino all’ultima cellula viva. Il primo tumore grave fu rilevato in America nel 2007 e 4 anni dopo in Europa, dove le condizioni erano precarie e deboli soprattutto in ambito economico.

Il protrarsi di un immobilismo politico e di riforme sterili, soprattutto nei Paesi GIPSI (ovvero Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Italia) hanno fatto si’ che l’intera area euro fosse messa sotto scacco dalla finanza mondiale, che di certo non ha potuto premiare i Paesi in difficolta’.

Scommettereste che un signore pieno di debiti, che non ha progetti sul futuro e che ha fallito molte volte nel suo lavoro, vi possa restituire un’ingente somma di denaro?

Se avete risposto no, la crisi non e’ colpa degli investitori.

 

 

 

 

GIOVANNI MARIA LEPORI