Cosa è il terremoto?
Vorrei partire da una semplice domanda per sviluppare un discorso leggermente più complesso con parole semplici:
”Il terremoto è un movimento del suolo prodotto sulla superficie terrestre, che avviene in un periodo di tempo compreso tra pochi secondi ed alcuni minuti’. Tale movimento corrisponde all’arrivo di onde sismiche, indotte da improvvise rotture che si producono nelle rocce della litosfera terrestre lungo il piano di frattura che separa due porzioni rocciose (faglie). Il movimento può avvenire lungo faglie preesistenti”.
”Il terremoto è un rapido movimento vibratorio del suolo causato dalla propagazione di onde sismiche attraverso la crosta terrestre. Tali onde sono di tre tipi diversi: longitudinali, che danno origine in superficie a scosse sussultorie; trasversali, meno veloci delle precedenti, che danno origine alle scosse ondulatorie, e infine superficiali, ancora più lente. È possibile determinare la zona di provenienza delle onde attraverso la costruzione di un diagramma distanza-tempo, analizzando cioè la velocità di propagazione delle diverse onde sismiche in diversi intervalli di tempo. In un sismogramma si distingue bene l’arrivo delle onde longitudinali da quello delle onde trasversali: ed è proprio sulla base della differenza dei tempi di arrivo delle onde sismiche che si riesce a determinare la distanza della zona focale (ipocentro) dal luogo di rilevamento. Le onde longitudinali e le onde trasversali vengono infatti originate simultaneamente al centro di un terremoto ma le prime si propagano a velocità superiore alle seconde. Conoscendo l’intervallo di tempo che divide l’arrivo dei due fronti di onde al luogo di rilevamento ed essendo nota la velocità di propagazione delle medesime, diventa così possibile, con un semplice calcolo algebrico, determinare la distanza tra il terremoto e l’osservatorio. E con registrazioni simultanee di più osservatori in località differenti si può determinare la direzione precisa da cui provengono le onde, ossia la posizione del centro del terremoto”. (fonte focus.it).
I terremoti, o sismi, sono una serie di rapide oscillazioni del terreno causate da una brusca liberazione di energia elastica da una zona del sottosuolo definito come ipocentro. Dall’ipocentro, che può essere situato a profondità comprese tra poche decine di metri sino ad alcune centinaia di chilometri, si propagano in tutte le direzioni serie di onde elastiche dette onde sismiche.
Il punto della della superficie situato sulla verticale dell’ipocentro viene chiamato epicentro.
Se la distanza tra l’epicentro e l’ipocentro è inferiore ai 60-70Km, il terremoto è considerato superficiale; intermedio se la distanza è compresa tra i 300 e i 500 Km; profondo se questa è tra i 500 e i 700 km. (fonte geoenv.it).
I terremoti in Italia
I terremoti avvengono nella parte più superficiale del nostro pianeta. Le rocce che formano la crosta e il mantello superiore subiscono continuamente giganteschi sforzi, che sono il risultato di lenti movimenti tra le grandi placche in cui è suddiviso lo strato più superficiale della Terra, come se fosse il guscio incrinato di un uovo. Tali movimenti sono prodotti dai moti convettivi del mantello che spingono e trascinano le placche generando sforzi che sono massimi vicino ai confini tra le placche stesse, come per esempio in Italia e in generale in tutto il Mediterraneo, e minimi al loro interno, come succede nel Canada o nell’Africa centro-occidentale. L’Italia è situata al margine di convergenza tra due grandi placche, quella africana e quella euroasiatica. Il movimento relativo tra queste due placche causa l’accumulo di energia e deformazione che occasionalmente vengono rilasciati sotto forma di terremoti di varia entità.
In particolare, dal 1900 ad oggi si sono verificati 31 terremoti molto forti (Mw≥5.8), alcuni dei quali sono stati catastrofici. Qui di seguito li riportiamo in ordine cronologico. Il più forte tra questi è il terremoto che nel 1908 distrusse Messina e Reggio Calabria. (ingvterremoti.wordpress.com)
Negli ultimi 30 anni la Rete Sismica Nazionale ha registrato più di 190.000 eventi sismici in Italia e nei Paesi confinanti, la maggior parte dei quali non è stata avvertita dalla popolazione e sono 45 i terremoti che hanno avuto una magnitudo Richter ML pari o superiore a 5.0. I più forti terremoti di questo periodo sono avvenuti in Abruzzo il 6 aprile 2009, Mw =6.1, e in Emilia Romagna il 20 maggio 2012, Mw =5.8 e l’ultimo in ordine temporale che ha distrutto paesi come Amatrice ( tra 6.0 e 6.4). (fonte ingvterremoti.wordpress.com)
Come avrete notato, sui terremoti gli scienziati sanno tutto: come avvengono, a quali profondità, l’approccio scientifico, spiegazioni inconfutabili, linguaggio forbito. Tutto meraviglioso, eppure qualcosa sfugge: come mai tali scienziati non riescono a prevedere i terremoti? Miliardi di euro vengono stanziati per la ricerca, eppure nessuno riesce a prevedere quando avviene e dove. Allora a cosa serve tutta questa tecnologia sofisticata e i tanti miliardi stanziati? Domande a cui bisognerebbe dare risposte. Un’altra domanda: come mai i vari scienziati intervistati sono gli stessi da oltre 30 anni? Perchè non vengono sostituiti visti i fallimenti? Queste sono soltanto alcune domande cui dovrebbe rispondere la coscienza di questi personaggi: politici, giornalisti, scienziati.
Ma non basta, vorrei approfondire il discorso. Abbiamo visto come avvengono i terremoti secondo la scienza ufficiale. Ma l’uomo con le sue attività distruttive non ha nessuna responsabilità?
L’Italia è diventata una sorta di eldorado per alcune multinazionali e altri personaggi (politici compresi) per l’estrazione del petrolio e del gas. La letteratura in rete è molto striminzita, molti scienziati accreditati sorridono e parlano di scemenze, eppure: ”Negli Usa l’aumento dei terremoti indotti dalle attività umane è in parte legato allo smaltimento delle acque prodotte con le attività di fracking, pratica vietata in Italia. Un report pubblicato dal servizio geologico statunitense (Us Geological Survey, Usgs) che per la prima volta ha rilasciato una mappa relativa al rischio terremoti sia naturali sia indotti. E i dati parlano di circa 7 milioni di persone che vivono in zone a rischio per terremoti indotti da attività umane. Aree per la maggior parte in cui il rischio sismico è pari a quello naturale della California, uno stato naturalmente altamente sismico.
A guidare la classifica dei paesi più a rischio sono Oklahoma, Kansas, Texas, Colorado, New Mexico e Arkansas. La zona centrale degli Usa. Quella che, negli ultimi anni, ha visto impennare la quota di terremoti registrati, e di cui si parla già da un po’. Se infatti tra il 1973 e il 2008 si registravano, in media, 24 terremoti di magnitudo 3.0 per anno, tra il 2009 e il 2015 i terremoti sono cresciuti fino a una media di 318, superando i mille lo scorso anno. Un aumento in cui i terremoti indotti hanno avuto un ruolo primario, continuano dall’Usgs. Ma indotti da cosa? Potrebbe avvenire lo stesso in Italia?
La principale causa dei terremoti indotti negli Usa sarebbe l’iniezione delle acqua nel sottosuolo, un fenomeno legato anchealle attività di estrazione di idrocarburi, in modo particolare a quelle tramite il cosiddetto fracking. Un fenomeno tutto statunitense che, come vedremo, è completamente diverso dalla situazione italiana, dove il legame tra estrazioni di idrocarburi e sismicità indotta è dubbioso, e comunque limitato a pochissimi eventi e di bassa magnitudo. Ma andiamo per ordine.
L’hydraulic fracking, o fratturazione idraulica, è una procedura di estrazione di combustibili fossili non convenzionale, in cui si cerca di fratturare la roccia in cui sono intrappolati gli idrocarburi con l’aiuto di liquidi – mescolati a sabbia, sostanze chimiche o sfere di ceramica – sparati ad alta pressione attraverso il pozzo. “È una tecnica che si utilizza per depositi di idrocarburi in rocce poco permeabili o impermeabili, quelle cioè in cui gli idrocarburi si trovano dispersi in pori non in comunicazione tra loro” spiega Pierluigi Vecchia, geologo consigliere della Società geologica italiana,<per mettere in comunicazione i pori la roccia viene fratturata con ingenti volumi di liquidi ad elevatissima pressione>. Con l’attività di fracking si creano delle microfratture attraverso cui si recuperano sia gli idrocarburi che il liquido che è stato sparato all’interno. Negli Usa, spiega Vecchia, è possibile re-iniettare questi liquidi nel sottosuolo, profondamente sotto le falde acquifere che forniscono acqua potabile (sebbene si parli diproblemi di contaminazione legati al fracking) ed è soprattutto questa attività quella che aumenta lo stato di stress delle rocce, malgrado le attività stesse di fratturazione idraulica, anche se in percentuali minori, siano correlati a sismicità indotte. “Dal punto di vista tecnico le sollecitazioni create dalla re-iniezione di fluidi creano un sforzo meccanico maggiore di quando si estraggono gli idrocarburi o si fratturano le rocce impermeabili”. Una pratica intensiva negli Usa ma vietata in Italia, sia per quanto riguarda il fracking che il destino delle acque usate e coprodotte durante le attività di estrazione. Quando si estraggono infatti insieme a petrolio e gas viene estratta anche dell’acqua. (fonte wired.it)
In Italia tra l’estrazione del petrolio e dei gas e i terremoti non c’è nessuna connessione? Gli scienziati accreditati tacciono, se interpellati, sdegnatamente dicono< chi afferma che ci siano connessioni è un ignorante>. Eppure: Un gruppo di studio coordinato dal prof. Franco Ortolani, Ordinario di Geologia all’Università di Napoli, ha pubblicato una ricerca per valutare eventuali correlazioni fra i recenti eventi sismici in Emilia Romagna e le attività petrolifere in corso da vari anni in quella zona.
Sul sito scienzaeconoscenza.it troviamo un articolo dal titolo ”I Terremoti in Emilia, e i dubbi sulla ricerca del Gas (Fracking)”, ”l’articolo parla di dubbi, investigazioni e La nostra non è una presa di posizione politica o sulla naturalità o meno di questo terremoto, è una breve indagine, che, dopo aver pubblicato diverse opinioni di geologi e ricercatori, ora cerca di fare luce su un fenomeno, il Fracking, che, se usato, potrebbe aver contribuito a dissestare a livello geologico il territorio interessato dagli ultimi terremoti”.
Vorrei aggiungere un articolo trovato in rete che afferma: ” Ora è ufficiale: il fracking provoca i terremoti‘ e prosegue.”Non lo dicono i complottisti, ma l’agenzia scientifica del Governo degli Stati Uniti per il monitoraggio dei terremoti. Il riversamento sotterraneo delle acque reflue generate durante l’estrazione di petrolio e gas ha reso alcune zone del Texas e dell’Oklahoma pericolose come la California” (fonte linkiesta).
Alexei Miller (Ceo di Gazprom, parlando delle estrazioni di gas con il metodo del fracking): “Porta inevetabilmente a danni ambientali. A parte gli enormi consumi di acqua, questo metodo produttivo puo’ causare l’inquinamento delle acque sotterranee e anche provocare l’attivita’ sismica”.
Purtroppo siamo finiti su un pianeta dove la vita umana è meno di zero per alcuni individui, in particolare: una parte dei politici, una cospicua fetta di scienziati e altre categorie sociali molto influenti.
La connivenza di interesse tra politica, multinazionali, scienziati e altri organi istituzionali della nostra società comporta che: gli esseri umani sono sacrificabili sullo scacchiere del potere e degli interessi.
Una villa ai Caraibi con una modella mozzafiato, fà dimenticare la morte di bambini sotto le macerie!
Vedrete nei prossimi giorni sulle varie testate e reti: giornalisti, scienziati, tuttologi, affaccendarsi a precisare che in Italia è tutto a posto e chi scrive certe cose è un ignorante e un incompetente!
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