Nel weekend conclusivo del Fantafestival, la cui ultima edizione è stata foriera di incontri e di scoperte cinematografiche davvero notevoli, ci siamo imbattuti in un eterogeneo blocco di cortometraggi a tematiche fantasy/horror, tra i quali figurava anche qualche videoclip. Uno di questi ci ha particolarmente colpiti. E non poteva essere diversamente: il video di The Mistral Blows degli Hot, band emergente umbra, associa infatti ad una creativa e accattivante ricerca estetica, molto anni ’80, il richiamo esercitato da un percorso produttivo quanto mai singolare. La genesi di tale lavoro si lega in qualche modo alla controversa figura di Amanda Knox, che in carcere ebbe modo di assistere a un concerto del gruppo di Orvieto, facendosi coinvolgere dalla loro musica al punto di contattarli e di proporre loro l’idea per un videoclip. Per parlare di quanto poi sia accaduto ci siamo visti, in separata sede, con la produttrice Sara Sergi e con il regista di The Mistral Blows, Giovanni Bufalini: un artista a tutto campo, attivo in svariati comparti dell’audiovisivo e dell’industria cinematografica, col quale ha avuto luogo una piacevolissima chiacchierata.
Sappiamo che lavori da anni nel settore dei videoclip, cosa puoi dirci di questa particolare esperienza? E quale è stata, dal punto di vista di chi ne firma la regia, l’evoluzione del videoclip in Italia negli ultimi anni?
Giovanni Bufalini: Non sono propriamente un “videoclipparo”, come si usa dire per i registi specializzati in videoclip musicali, ma mi piace molto come tipo di linguaggio. Ne ho realizzati solo una ventina in questi anni, come aiuto regia prima e come sceneggiatore e regista, ancora adesso.
La differenza sostanziale che si avverte, da quando si giravano ancora in pellicola, è che il budget diminuito, per via della crisi dell’industria musicale, e l’apparente democratizzazione del digitale hanno favorito indubbiamente l’esordio dei giovani filmmaker ma a discapito molte volte della professionalità.
Rispetto a colleghi molto attivi e qualificati come Lorenzo Vignolo, quali le vicinanze che avverti nella concezione artistica e produttiva di un videoclip? Quali le differenze?
Giovanni Bufalini: Vignolo, tra i registi prevalentemente di videoclip, è tra quelli che stimo maggiormente perché continua a sperimentare, non concentrandosi solo sulla forma ma facendo maggiore attenzione anche al racconto, rispetto alla gran parte dei suoi competitor italiani che si ripetono video dopo video per le loro grandi lacune di scrittura.
Il mio modo di realizzare i videoclip, con le indicazioni degli artisti e del loro management, è quello di scrivere partendo sempre dal budget cercando allo stesso tempo di rappresentare al meglio il brano e chi lo esegue, con particolare attenzione alla storia da raccontare.
Non sempre mi riesce ma a quello tendo.
Sappiamo che è una storia lunga, ma potresti dirci in breve come sei stato coinvolto nella realizzazione di un video dai retroscena così singolari, come “The Mistral Blows”? Conoscevi già i ragazzi della band? E hai potuto incontrare Amanda Knox?
Giovanni Bufalini: Gli Hot sono Orvietani come me. Li ho incontrati in Umbria, d’estate. Avevano già fatto girare lo script del videoclip che Amanda Knox gli aveva donato da altri ma, evidentemente non soddisfatti, mi hanno chiesto di prendere in mano il progetto.
Quando ho saputo che erano in loro possesso anche delle immagini inedite di Amanda Knox durante un live della band nel carcere di Perugia, ho avuto io l’idea di inserirle nello script. Ho trovato i finanziatori interessati a produrre il videoclip e poi sono andato in carcere, a suonare assieme agli Hot, per poter raccontare di persona alla Knox come avevo intenzione di adattare il suo soggetto originario.
Quali sono gli sviluppi più recenti riguardo alla controversa uscita del video, coi legali di Amanda Knox che hanno fatto pressioni affinchè certe immagini non venissero utilizzate?
Giovanni Bufalini: Non so se i suoi legali abbiano fatto pressione, perché non sono mai stato io a gestire questi rapporti con lei e il suo entourage. I membri della band mi hanno informato che Amanda Knox, nonostante le liberatorie firmate, ora non era più d’accordo che le sue immagini fossero all’interno del videoclip e mi hanno chiesto come potessimo fare. Io allora, per salvaguardare il lavoro creativo mio e del mio staff, ho deciso di apporre semplicemente quei cartelli che si possono vedere ora sul videoclip in rete, a copertura delle immagini inedite della ragazza.
Del resto, come mia abitudine, il videoclip era stato girato esattamente come scritto, e non sarebbe stato possibile dunque nessun montaggio alternativo.
Qual è il tuo metodo di scrittura e di riprese, che si tratti di un video oppure di un’opera di fiction? E’ vero che una certosina pianificazione delle riprese e l’uso degli storyboard hanno un grosso peso, nel tuo lavoro?
Giovanni Bufalini: Sono per la preparazione, non per l’improvvisazione. La regia, come trasmetto anche ai miei allievi, è prima di tutto sulla carta. Una sceneggiatura funzionale e uno storyboard consapevole secondo me liberano il regista invece di imbrigliarlo, come al contrario sostengono in molti. Del resto, Hitchcock sosteneva che se metti in scena il tuo storyboard nessun altro potrà mai montare un film differente da quello che tu hai in mente.
Puoi dirci con quale opera è avvenuto il tuo esordio?
Giovanni Bufalini: Dopo aver lavorato per anni come disegnatore, il mio esordio da autore e regista è datato 2001. Col mediometraggio Marasma Milano: un folle viaggio per la metropoli del Nord Italia, tra verità e finzione, aberrazioni solitudine e morte, come nella miglior tradizione dei Mondo Movie. Il film, prodotto col patrocinio del Comune di Milano, anche se ancora non ha avuto una distribuzione ufficiale al di fuori di vari festival di settore, a quanto pare risulta essere l’ultimo nel suo genere, al mondo.
Riesci ancora a districarti, qui in Italia, tra cinema indipendente e operazioni a carattere più mainstream?
Giovanni Bufalini: E’ il mio mestiere. Amo il cinema di genere ma non ho mai confuso l’indipendenza con l’amatorialità. Con pochi o tanti soldi, se sei organizzato e professionale non c’è molta differenza tra il lavoro istituzionale e quello autoriale. Cambia solo l‘approccio creativo. E le opportunità che ti riesci a creare.
Ci confermi che c’è anche il cosiddetto “slasher” tra gli ingredienti dei lavori che hai già realizzato o che stai progettando?
Giovanni Bufalini: Ho girato il videoclip Capricorn della band 1neDay con quel “condimento” ed anche il pitch trailer del thriller horror “Beware of the Dog”. Sono sul mio sito:
La sceneggiatura del film omonimo da realizzare è stata scritta anche col noto autore di fumetti Roberto Recchioni.
Quali sono invece i progetti cinematografici in cui sei impegnato attualmente?
Giovanni Bufalini: Alcuni, a vari stadi di sviluppo. Tra i più avanzati: una serie western tratta da un fumetto anch’esso di Recchioni e la commedia per il cinema “Un Lontano Parente”,scritta assieme a Beppe Fiorello.
Tra le tue attività c’è anche l’insegnamento in una scuola di cinema, giusto?
Dopo l’insegnamento in alcune scuole pubbliche e private d’Italia e la docenza all’Accademia di Belle Arti di Viterbo, attualmente sono il coordinatore e il docente di regia della Scuola Romana di Cinema, all’interno della prestigiosa Scuola Romana di Fotografia con sede nel quartiere Parioli di Roma. Una nuova realtà formativa con una rara metodologia didattica per tutti quelli che vogliono approcciarsi al mestiere del cinema.
Ho messo insieme, con l’appoggio della scuola, una squadra di insegnanti professionisti del settore che seguono gli studenti nella creazione degli audiovisivi, dalla scrittura fino alla realizzazione dei prodotti ultimati.
Nel Corso di Cinematografia di questo anno didattico, gli allievi hanno potuto realizzare i loro prodotti interni da capo reparto e intanto collaborare come assistenti, con la supervisione di noi docenti, a diverse produzioni professionali esterne, firmando spot (Fox Life, Cinecittà Holding, Campagna Nazionale PD…), cortometraggi (con la collaborazione di artisti del calibro di Giuseppe Fiorello, Giancarlo De Cataldo…) e videoclip musicali (Yes Daddy Yes, Erica Mou, East 17, Toys Orchestra, Pacifico, Malika Ayane, Lara Martelli,Monrò…). Nel corso dell’anno abbiamo anche organizzato workshop ed incontri didattici con autori affermati come Daniele Vicari, Roberto Recchioni, Laura Morante…
Questo il link al sito della scuola: http://www.scuolaromanadicinema.it/
Con ciò direi che per oggi è tutto, un saluto ai lettori di RomaLive!