Ieri sera cinquanta cittadini di Riano si sono incatenati a Pian dell’Olmo per contestare l’ipotesi che la discarica provvisoria sia realizzata in quel sito. Sull’Aurelia, da un ponte nei pressi di Casteldi Guido, invece, è stato esposto uno striscione con scritto: «Basta discariche nella Valle Galeria». Qualche ora prima era stato rallentato il traffico, sempre sull’Aurelia.
La situazione è rovente. Ma al vertice di questo pomeriggio al Ministero dell’Ambiente potrebbero esserci molte sedie vuote. Andiamo per ordine. Tra 26 giorni, senza una proroga, la discarica di Malagrotta dovrà chiudere e Roma non saprà dove portare i rifiuti. Per oggi il prefetto Goffredo Sottile, nominato commissario per i rifiuti da Monti, ha convocato presidenti della Regione e della Provincia e sindaco per condividere la scelta del sito. Ma nonostante l’emergenza sia ben visibile nello specchietto retrovisore, il clima non è quello della massima collaborazione. Anzi. Ieri il presidente della Regione, Renata Polverini, ha fatto sapere che probabilmente non andrà al vertice al Ministero dell’Ambiente e che al posto suo si presenteranno i tecnici; in Provincia ieri ancora non sapevano se sarebbe andato il presidente Nicola Zingaretti; in Campidoglio l’agenda di Alemanno diceva che pure lui non ci sarà.
Andrà il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che ieri tagliava corto: «Ognuno è responsabile di ciò che fa. Ciò che so per certo è che il prefetto Sottile ha tutti gli strumenti e i poteri per decidere». Come dire: la scelta potrà essere fatta anche in assenza di sindaco e presidenti. Questo non significa che oggi si prenderà una decisione (anche se il buon senso direbbe a tutti che non c’è più tempo da perdere visto che una discarica non si costruisce dall’oggi al domani e che se si aspetta ancora potrebbe non essere sufficiente una proroga di altri sei mesi di Malagrotta). Ma il clima è quello del tutti contro tutti, dopo che il prefetto Giuseppe Pecoraro (che aveva scelto Corcolle) era stato costretto a dimettersi perché scaricato da una parte dai ministri Clini e Ornaghi, dall’altra dal sindaco Alemanno.
Roma è ricoperta di manifesti con il simbolo di Città Nuove(la fondazione-partito di Renata Polverini) in cui si legge a proposito della discarica: «Regione e Prefetto avevano deciso» e si vede la foto di un cerino con una conclusione: «Resterà in mano ai cittadini?». Una sorta di atto d’accusa a ministri e sindaco. Polverini è infastidita dei toni sempre molto aspri di Clini contro la Regione e poco aspri invece nei confronti del Campidoglio. Non ha aiutato a riportare serenità il fatto che nella convocazione il prefetto Sottile abbia scritto fra i destinatari «presidente della Provincia», «presidente della Regione», ma solo «gabinetto del sindaco». Ultimi due elementi che oggi potrebbero convincere – anche se per ragioni differenti – le istituzioni a mandare i tecnici: la prima è che è lutto nazionale; la seconda è che se Sottile comunica davvero una decisione sul sito della discarica viene ritenuto prudente tenersene il più possibile distanti.
Cosa deciderà Sottile? L’orientamento che sta in cima alla classifica delle probabilità è ormai noto da tempo, vale a dire Pian dell’Olmo, all’interno del territorio del Comune di Roma (ma si affaccia su Riano). A Riano hanno già preannunciato che sono pronti alla mobilitazione. I cittadini di Valle Galeria, invece, timorosi che torni in campo l’indicazione di Monte Carnevale fatta dal Ministero dell’Ambiente, hanno scritto una lettera aperta a Clini. Ma alla luce dei mille colpi di scena che questa storia ha già riservato è meglio non dare nulla per scontato.