Federico Rampini, giornalista e corrispondente per il giornale “la Repubblica” a New York, dove dice di vivere, inizio’ la sua carriera nel periodico “Citta’ Futura” nel 1977, quando giovanissimo si iscrisse al Partito comunista. Successivamente la sua escalation venne segnata da un’inchiesta sulla corruzione in seno al PCI, che lo mise fuori la porta della seconda testata per cui scrisse: Rinascita. In seguito, fu prima vicedirettore del “Sole24ore”, poi capo della redazione milanese e in seguito inviato del quotidiano “la Repubblica” a Parigi, Bruxelles, San Francisco e Pechino.

Nel suo ultimo libro, Rampini racconta con chiarezza e precisione il mondo della finanza che ci sta inghiottendo. Lo fa attraverso molte storie e divagazioni, senza mai peccare di pesantezza poiche’ lo stile che adotta, alleggerisce il testo di tecnicismi e paroloni divenendo semplice da comprendere. Come un padre di famiglia, lo scrittore spiega quali possono essere i rischi della finanza, la sua parte oscura e soprattutto non fa che descrivere l’avidita’ e la cupidigia di quell’1% della popolazione che in maniera spietata tenta ancora di sopraffare il piu’ debole e magari rubargli qualche dollaro.

3Dnn+10_1B_pic_9788804633501-banchieri_originalCome si puo’ intuire dal titolo, Banchieri mette a nudo il vero potere delle banche e soprattutto dei banchieri di Wall Street, arroganti, arrivisti ma soprattutto scellerati e senza cuore.

Le pagine del libro si fanno “mangiare”, grazie anche alla squisita penna e la facilita’ di spiegazione dello scrittore. Si sviscerano gli eventi finanziari degli ultimi trent’anni, analizzando i retroscena e i legami nascosti e dando una visione generale non sono ai problemi ma anche alle possibili soluzioni.

“Nel corso del 2012 le banche hanno tagliato alle imprese italiane 44 miliardi di euro di finanziamenti”, afferma Rampini. Quelle stesse case finanziarie, spesso dai nomi blasonati, hanno assorbito in silenzio la loro parte dei 500 miliardi netti – o mille miliardi lordi – di prestiti straordinari della Bce. “I banchieri si sono incamerati gli aiuti di Draghi – accusa l’autore – ma non hanno restituito nulla al paese. Hanno negato agli imprenditori veri le risorse indispensabili per produrre, esportare, assumere”, i salotti buoni all’italiana li definisce, cioe’ quel gruppo di imprenditori e non che sottrae forze e fondi importanti a chi invece avrebbe bisogno solo di una chance.

 

Con la franchezza di un diario e la rabbia di chi, questo mondo fatto di numeri e soldi, lo ha vissuto da vicino per molto tempo, Rampini prende in esame un aspetto importantissimo: “too big to fail”, “troppo grande per fallire”. In sostanza questa formula e’ rintracciabile in tutto il libro e sostanzialmente si fonda sul fatto che se una banca, che e’ “troppo” importante si espone senza criterio, lo Stato dovra’ salvarla in qualsiasi occasione perche’ altrimenti i danni del suo fallimento potrebbero distruggere irreparabilmente la propria economia. Con questa minaccia i banchieri sono riusciti a fare tutto quello che volevano e loro non hanno fatto altro che arricchirsi smisuratamente.

Brutalmente sincero e amaramente riflessivo, Rampini confeziona un ottimo testo, che per semplicita’ di comprensione dovrebbe essere fatto studiare ad ogni adolescente, per far comprendere il lato oscuro del denaro e le sue vittime.

 

 

 

 

GIOVANNI MARIA LEPORI