Studio #1, Giovanni Giaretta (Padova, 1983)
Dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, nel 2009 si è laureato allo IUAV di Venezia. Ha partecipato a importanti mostre collettive come Opera 2011. Lunar Park. Artists from the Atelier, Bevilacqua la Masa, presso l’omonima fondazione di Venezia, e Livret III, Galleria Motive di Amsterdam, 2011. Nello stesso anno ha partecipato a Corso aperto, Fondazione Antonio Ratti, Como e a To see an object, to see the light, Palazzo Sandretto Re Rebaudengo in Guarene d’Alba. Suoi lavori video sono stati proiettati al Videoart Yearbook 2008 presso la Galleria Civica di Trento, evento parallelo di Manifesta 7.
“Mi piace pensare alla mia ricerca – afferma l’artista – come ad un’ipotetica scienza d’indagine che si muove per accumulo o per rimozione, miscelando influenze e rubando dalla storia del cinema fino ad una sorta di antropologia della vita quotidiana”. Filo conduttore dei lavori di Giovanni Giaretta è infatti un approccio sperimentale, orientato all’alterazione della visione e allo spostamento, inteso come meccanismo psicanalitico molto comune ad una precisa produzione cinematografica.
L’artista, durante il periodo di residenza, intende sviluppare una ricerca teorica partendo dal documentario Le sport et les hommes (1961) di Hubert Aquin, accompagnato da un testo di Roland Barthes elaborato appositamente, per tracciare una storia dello sport individuandone una specifica fenomenologia e poetica.
Studio #2, Julieta Aranda (Mexico City, 1975)
Dopo il diploma in Filmaking alla School of Visuals Arts di New York, si è laureata alla Columbia University School of the Arts. L’artista ha partecipato a numerose mostre collettive quali Searching for the Fountain, Moderna Museet, Stoccolma, 2012; Weltraum/Space: About a dream, Kunsthalle, Vienna, 2011; Take me to your leader! The great escape into space, Museo d’Arte contemporanea, Oslo, 2010. Ha partecipato inoltre a importanti manifestazioni internazionali d’arte contemporanea come dOCUMENTA 13, 2012; Biennale di Venezia, 2011; Biennale di Liverpool, 2010; Biennale di Lione, 2007. Collabora da molti anni con l’artista russo-americano Anton Vidokle nel progetto Time/Bank che li ha portati, fra l’altro, a fondare nel 1999 E-Flux, importante network internazionale per la diffusione di informazioni su mostre d’arte contemporanea, dibattiti e pubblicazioni.
Julieta Aranda ritiene che l’arte, per essere veramente politica, non dovrebbe sposare una precisa ideologia, ma dovrebbe presentarsi come possibilità di generare un pensiero indipendente. Il suo intento è quello di creare delle interferenze tra gli equilibri vigenti, con l’obiettivo di raggiungere modelli alternativi che agiscano su più livelli, “non rompendo le parti, ma cambiandone la loro “funzione”.
Studio #3, Hiwa K (Iraq 1975)
Cresciuto in Iraq, non avendo il diritto di studiare arte per motivi politici, ha intrapreso inizialmente gli studi di economia per poi trasferirsi in Europa, diplomandosi all’Accademia di Belle Arti di Magonza e frequentando la Städelschule di Francoforte. Nel 2012 ha partecipato a varie mostre collettive, tra cui La Triennale di Parigi e il Edgware Road Project alla Serpentine Gallery di Londra. Del 2012 è la sua personale al MUSAC di Leon. Il suo progetto Chicago Boys While We Were Singing They Were Dreaming è ospitato in importanti istituzioni
quali il CASCO di Utrecht, la Serpentine Gallery di Londra, il Wyspa Institute of Art di Gdansk. Nel 2008 l’artista ha partecipato a Manifesta 7 curata da Raqs Media Collective.
La produzione artistica di Hiwa K, profondamente influenzata dalla musica – essendo stato a lungo allievo del maestro di flamenco Paco Pena – include performance, happening, video e installazioni multimediali. Molti dei suoi lavori sono esiti di diverse collaborazioni e sono strettamente connessi al processo di apprendimento e insegnamento.
L’artista, durante il periodo di residenza al MACRO, intende realizzare The Bell, progetto ambizioso a cui pensa da quando ha girato Nazhad (2009), documentario il cui protagonista è un artigiano curdo – Nazhad – che ricicla il metallo di mine, bombe, proiettili, parti di aerei militari e, riconoscendo la provenienza di ogni singolo pezzo, lo fonde per realizzare mattoni da rivendere. The Bell si basa sulla ri-trasformazione del metallo post-bellico proveniente dalla città di Sulaimaniyah, luogo in cui Nazhad ha raccolto il materiale proveniente dalle guerre Iran-Iraq e la Guerra del Golfo e ultimamente quello proveniente dalla Primavera araba in Siria.
Studio #4 Francesca Grilli (Bologna, 1978)
Dopo gli studi all’Istituto d’arte di Bologna e all’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche ISIA di Urbino, nel 2005 ha frequentato il Corso Avanzato in Arti Visive alla Fondazione Ratti di Como con l’artista Alfredo Jaar. Dal 2007 al 2008 è stata in residenza presso la Rijksakademie van beeldende kunsten di Amsterdam. Ha partecipato a rilevanti mostre collettive quali Corpus, Madre, Napoli, 2012; Fold, Elgiz Museum of Contemporary Art, Istanbul, 2011, Sleepover, Serpentine Gallery, Londra, 2010 e Manifesta 7 – The rest f now, Alumix, Bolzano, 2008. Tra le personali di rilievo si segnalano Oro, galleria Riccardo Crespi, Milano, 2011 e The Conversation, MAMBO, Bologna, 2010.
Francesca Grilli, sin dagli inizi della sua carriera, sviluppa una pratica artistica autonoma e caratterizzata da una forte libertà, sia nella scelta del mezzo espressivo che nell’ampiezza della ricerca intrapresa. L’azione che l’artista mette in scena è “minima, invisibile, ma spesso trasforma il reale in magico, l’odierno in favoloso”. I lavori video e fotografici, le sculture e le performance, realizzate in spazi ibridi – dal teatro sperimentale agli spazi museali e gallerie d’arte – rappresentano la pluralità espressiva sulla quale l’artista si sta particolarmente concentrando.
Durante la sua residenza al museo l’artista svilupperà il progetto Un’ora sola ti vorrei, dal titolo di una famosa canzone della ‘fronda’ del 1938, tra le più controllate dalla censura italiana. Partendo da una ricerca in differenti archivi storici, tra cui quello della RAI,
l’artista vuole analizzare il fenomeno della censura contemporanea attraverso ciò che è avvenuto nella storia musicale del nostro paese, non solo durante il fascismo, ma anche più recentemente con l’arrivo della televisione
INFO PUBBLICO
MACRO
via Nizza 138, Roma
Apertura:
venerdì 5 ottobre 2012 dalle ore 19.00 alle ore 22.00; sabato 6 ottobre, dalle ore 11.00 alle ore 21.00 e poi su prenotazione fino al 25 novembre 2012 macroresidenze@gmail.com
Ministero dei Beni Culturali
Inserito da Irene Giarracca