terremoto emiliaOperatività contro assistenzialismo. È sembrato leggere questo, di primo impatto, nelle parole del capo del dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli che ieri in un’intervista radiofonica ha messo a confronto il terremoto dell’Aquila con quello dell’Emilia, il terremoto in un centro storico con oltre 300 morti e il terremoto nella pianura Padana con decine di aziende con i capannoni distrutti e, fortunatamente, poche vittime. Un paragone che è sembrato esagerato ma che di fatto è stato letto solo come un attacco, sotto il profilo politico, al comportamento del sindaco Cialente. «Il problema dell’Aquila purtroppo è una serie di concause, nelle quali continuo ad ascrivere anche responsabilità al territorio. Ho visto un territorio, quello emiliano, molto, molto diverso da quella che è stata la mia esperienza aquilana», ha detto Franco Gabrielli parlando della ricostruzione post-terremoto. Per Gabrielli «è sempre molto facile ascrivere ad altri e a qualcuno che sta al di fuori le responsabilità. C’è un attivismo, una determinazione, una voglia di fare che molto spesso è insito nelle stesse comunità. La differenza nei vari terremoti non l’ha fatta la quantità di denaro, ma la capacità di progettualità di ogni singolo territorio». Alla domanda del conduttore che gli chiedeva se gli emiliani abbiano reagito meglio degli aquilani al terremoto, il capo della Protezione Civile ha risposto: «Sicuramente». La risposta di Cialente non si è fatta attendere. Immediata replica, un po’ piccata, dimenticando il ruolo da “Ercolino sempre in piedi” che ha tenuto dal giorno dopo del terremoto a seconda se si trovasse accanto a Berlusconi e Bertolaso o a Pezzopane e Lolli. «e gli emiliani hanno “reagito meglio” degli aquilani al terremoto, come ha sostenuto Franco Gabrielli, la colpa non è certamente nostra», ha detto il sindaco dell’Aquila. «A differenza dell’Emilia noi siamo stati un popolo commissariato. Sino alla fine di gennaio 2010 c’è stata la protezione civile a cui hanno fatto seguito diversi commissariamenti. Se avessimo avuto una governance diversa, quella che auspichiamo oggi, non avremmo certo perso tutto questo tempo. Purtroppo siamo stati guidati da una serie di Ordinanze della Presidenza del Consiglio di ministri con intese tra il governo e il commissario Chiodi. Gli enti locali sono stati lasciati completamente fuori. Il commissariamento è stato un fallimento. Si sono persi due anni. Noi non abbiamo alcuna colpa». Gabrielli se vuole intendere intenda e riferisca. Cialente non ci sta. Una interpretazione del tutto diversa è quella di Giorgio De Matteis che vede le parole di Franco Gabrielli non indirizzate alla popolazione aquilana nel suo complesso ma proprio alla politica portata avanti da Cialente in Comune. «Mi pare che con quelle parole il capo della Protezione civile Gabrielli abbia dipinto il sindaco Cialente», ha esordito il vicepresidente vicario del Consiglio regionale. «Gabrielli ha evidenziato il problema di chi ha voluto creare una conflittualità facendo perdere di vista la centralità della ricostruzione. Proprio come hanno fatto il Comune e Cialente». E De Matteis torna su Gabrielli. «Non penso che l’ex prefetto dell’Aquila si riferisse alla popolazione in sé che ha dimostrato sin dal primo momento volontà e impegno. E questa è ancora oggi la realtà vera. Chi non c’era e non c’è tutt’ora è chi rappresenta l’autorità massima. Che è il sindaco». «La critica di Gabrielli mette il dito nella piaga perché all’Aquila i ritardi nella ricostruzione sono evidenti e non dipendono certo dal carattere degli aquilani. Si è creato un meccanismo politico-burocratico mostruoso con un modello privatistico di ricostruzione frenato dal sistema pubblico. Il risultato è che gli aquilani sono più ricchi e L’Aquila è più povera». Sono parole del deputato Udc Pierluigi Mantini. «Ho criticato più volte questo sistema e indicato soluzioni, inascoltato. La ricostruzione avrà impulso quando L’Aquila si aprirà al mercato, regolato e trasparente, e non al clientelismo e al localismo». Chi attacca Gabrielli è il capogruppo Idv in commissione Difesa alla Camera, il teramano Augusto Di Stanislao. «Parole vergognose quelle del capo della Protezione civile. Di fronte ad una tragedia come quella del terremoto, dare le pagelle, come ha fatto Gabrielli, è indegno del ruolo che si riveste. Gli aquilani sono stati colpiti al cuore, hanno perso le loro case, i loro figli, il futuro, l’identità stessa. Le sue scuse sono doverose». L’ex presidente della Provincia Stefania Pezzopane, oggi assessore della giunta Cialente difende il suo sindaco e rimbrotta l’ex prefetto aquilano. «Si può essere così superficiali? Ho lavorato a fianco di Gabrielli per molti mesi e sono veramente delusa e arrabbiata. Come può aver dimenticato le nostre condizioni? Come può dire una cosa così assurda? Reazione migliore? Rispetto a cosa? Ai 309 morti che ancora piangiamo? Al nostro centro storico bloccato da vergognose procedure imposte dal governo e dal commissario Chiodi? La verità è un’altra. Gli emiliani, persone meravigliose, erano con noi già il 6 aprile e loro sono certa non direbbero mai una cosa come quella detta ingiustamente da Franco Gabrielli». In serata Gabrielli replica. Mantiene le critiche ma afferma di non aver mai voluto stilare pagelle né offendere i morti.