In occasione del centenario dalla nascita

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Giulio Turcato (1912–1995), il MACRO, in collaborazione con l’Archivio Giulio Turcato, celebra uno dei maggiori protagonisti del secondo Novecento italiano con una mostra che restituisce circa un ventennio di produzione dell’artista (1950 -1975).
Una selezione di opere tra le più importanti del periodo sarà esposta nella Project Room 1, spazio del museo riservato alla sezione espositiva “Omaggi”, programma dedicato ai protagonisti che hanno formato le radici storiche dell’arte contemporanea.

Fermo sostenitore di un’astrazione basata su un colorismo emotivo, sperimenta nelle sue opere una tensione forma/colore protesa verso nuovi orizzonti spazio–temporali: “la mia stesura del colore è istintiva, non razionale, non studiata: è forte la presenza dell’imprevisto, dell’incognito, dell’inconscio” affermava Giulio Turcato in un raro video-documentario del 1986, visibile in mostra.
Il percorso espositivo si apre con Comizio (1950) – opera emblematica della sua ricerca, esposta alla Biennale di Venezia dello stesso anno – con l’intento di far emergere l’impostazione poetica di Turcato, che, guardando alla tradizione delle prime avanguardie, dà origine ad esiti depurati da ogni elemento illustrativo e sublimati in una forma astratta autonoma. Il motivo delle bandiere comuniste in un’opera dedicata al tema del comizio post-bellico diventa così un pretesto per affrancarsi dal contingente politico e arrivare ad una nuova costruzione spaziale assolutamente evocativa. Su questo tema, in mostra dalla fine di novembre, tre opere della serie Miniere (1950) che costituisce una variante dei temi volti a documentare il clima sociale e politico del periodo. L’artista invitato dal PCI a visitare alcune miniere, rimane affascinato soprattutto dalla profondità delle gallerie: ne conseguono paesaggi onirici, come se le forme astratte rappresentassero l’eco proveniente da quei tunnel sotterranei.
Ad avvalorare la sua ricerca sono in mostra altre due opere cardine come Stellare e Porta, entrambe del 1973, in cui la superficie pittorica, diventando spazio virtuale, si rivela ambiente ideale per l’espressione delle più diversificate potenzialità.
A completare il percorso espositivo sarà esposta una nutrita documentazione costituita da fotografie, disegni, lettere, scritti, estratti di periodici e cataloghi, tutti provenienti dall’Archivio Giulio Turcato.
Il MACRO ringrazia la Galleria Anna D’Ascanio per la preziosa collaborazione.
Il museo pubblicherà un quaderno, edito da MACRO-Quodlibet, che comprende una selezione antologica di scritti e una ricca documentazione iconografica.


Ministero dei Beni Culturali

 

 

Inserito da Irene Giarracca