la Scuola Popolare di Musica di Testaccio presenta
Giovanna Salviucci Marini
giovedì 31 maggio, ore 21

Programma:
Concerto per Leopardi
Coro di morti, Ultimo canto di Saffo, Canto notturno di un pastore errante dell’Asia
oratorio di Giovanna Salviucci Marini
con

Quartetto Urbano, quartetto vocale, Germana Mastropasqua, Flaviana Rossi, Michele Manca e Xavier Rebut
I Quattro Venti, in versione quartetto di sassofoni, Marco Conti sax soprano,  Francesco Marini sax contralto, Sandra Ugolini sax tenore, Elvio Ghigliordini sax baritono, Xavier Rebut direzione musicale.  La composizione, su testi di Giacomo Leopardi si compone di tre brani: il “Coro dei Morti”,  “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” e “l’Ultimo canto di Saffo”.
Questi canti, scritti originariamente per coro e orchestra d’archi,  sono stati eseguiti per la prima volta a Roma nel 1997;  in questa occasione vengono riproposti con l’ organico composto da doppio quartetto vocale  e strumentale che conferisce alla composizione una sonorità del tutto nuova.

Spesso il male di vivere ho incontrato oratorio di Giovanna Salviucci Marini  su liriche di Eugenio Montale e dialoghi di Cassandra e Antigone tratti da Sofocle con Quartetto Urbano, quartetto vocale, Germana Mastropasqua, Antigone;  Patrizia Rotonda, Cassandra; Flaviana Rossi, Ismene Coro favorito: Sandra Cotronei, Germana Mastropasqua, Patrizia Rotonda, Susanna Ruffini,  Lucia Staccone, Sabine Fontaine, Giovanna Salviucci Marini, Flaviana Rossi, Antonella Talamonti,  Giuseppe Caltabiano, Bruno Mattei, Xavier Rebut, Enrico Scarinci, Vincenzo Zappa,  Gianpaolo Castelli, Stefano De Felici,Michele Manca, Andrea Monaco, Fiammetta Tosti La composizione, in prima esecuzione assoluta in  questa stesura, prende spunto da sette poesie di Montale tratte dalla raccolta Ossi di Seppia. Le poesie  si intercalano con un dialogo tra Antigone e Ismene tratto dalla omonima tragedia di Sofocle e con testi tratti dal libro Cassandra di Christa Wolf.  Le tre soliste, che interpretano i ruoli di Antigone, Cassandra ed Ismene,  parlano ciascuna secondo il proprio concetto di libertà e legalità;  tra i dialoghi si inseriscono le poesie di Montale che conducono da un pensiero  all’altro secondo un concetto di totale libertà del vivere e del sentire espresse con toccante efficacia dal poeta.  In questa composizione, come in molti lavori di Giovanna Marini,  si ritrovano quei temi cari all’autrice che rivolge la sua attenzione alla profondità del pensiero umano, alla sua libertà nell’agire, al suo bisogno impellente di trovare piena espressione nei sentimenti.  Attraverso la posia di Montale ed i testi della Wolf, Giovanna Marini ci trasporta nell’attualità attraverso
temi arcaici trattati alla luce di uno sguardo femminile e di una poetica disincantata dove spicca la necessità di una salvezza affidata alla propria originalità.