Nuovi orizzonti nel campo della prevenzione dal cancro. Tra le sostanze che hanno dimostrato di avere un ruolo onco protettore,  la melatonina è, ormai, oggetto di un’attenzione crescente da parte della comunità scientifica. L’ormone, naturalmente presente nel nostro organismo, dove è prodotto dalle cellule pinealociti nell’ipofisi,  ma anche secreto da altri organi, come surreni, tiroide e gonadi, regola i meccanismi sonno-veglia, tanto è vero che viene spesso somministrato in casi di insonnia. La massima concentrazione nella produzione di melatonina da parte dell’organismo si registra in assenza di luce, per cui di norma nelle ore notturne.  

All’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, un’equipe di ricercatori sta portando avanti delle indagini per verificare le potenzialità della melatonina  nel contesto della terapia per il tumore.

Il punto di partenza sono stati due studi condotti dalla Danish Cancer Society e dalla Harvardc  Medical School, in base ai quali è emerso che tra coloro che svolgono un lavoro notturno, e quindi hanno minori concentrazioni di melatonina nel sangue perché più esposti alla luce, si può costatare una percentuale maggiore di casi di cancro, con particolare incidenza per quello del seno. Al contrario, invece,  le persone non vedenti, quindi non sollecitate dalla luce e che per questo producono melatonina a livelli ottimali, sviluppano processi tumorali in una percentuale più bassa.

“In estate – aveva già  spiegato qualche mese fa alla redazione di Romalive la Dott.ssa Rafaela Santoro – quando siamo esposti alla luce per un numero  maggiore di ore al giorno, il nostro organismo produce meno melatonina. Ma questo non significa che dobbiamo evitare del tutto l’esposizione al sole, perché i raggi solari promuovono la produzione di vitamina D, che di fatto ha anch’essa un ruolo positivo sul tumore. E’ fondamentale il giusto equilibrio”.

Oggi gli studi che vedono impegnati i laboratori di prevenzione chemioterapica molecolare del Regina Elena, confermando i risultati delle ricerche estere, sono anche arrivati a stabilire che la melatonina può agire positivamente sui processi tumorali, ritardando la crescita del tumore stesso. Da un’osservazione in vitro delle cellule staminali, fatta per comprendere meglio i meccanismi di azione della melatonina – chiarisce adesso la Dot.ssa Sabrina Strano – “è emerso che la melatonina promuove nelle cellule dei meccanismi di riparazione dei danni, questo anche attraverso l’azione di onco soppressione del gene p53”. La capacità riparatrice dei danni cellulari che ha mostrato avere la melatonina,ha suggerito l’ipotesi che questa possa avere un ruolo benefico anche per proteggere l’organismo dai danni delle radiazioni.

di Valeria Torre