La Regione Lazio è vicina all’abolizione delle comunità montane. Questa mattina, con la relazione in commissione affari istituzionali dell’Assessore ai Rapporti con gli Enti Locali Giuseppe Cangemi, si è aperto l’iter legislativo della proposta di legge che prevede la soppressione di questi enti: 22 in tutto, più la Comunità di Arcipelago e delle isole Ponziane.

Se ne era iniziato a parlare già nell’estate del 2010, all’indomani dell’insediamento in regione della nuova giunta Poverini. Una proposta arrivata direttamente dall’allora neo governatrice del Lazio, presentata alla stampa come uno dei primi provvedimenti tesi all’eliminazione degli enti superflui nell’ottica di una politica tesa al contenimento della spesa pubblica. Oggi si avvia il processo per analizzare la proposta che dovrebbe far sparire le comunità. Ma non sarà un percorso facile, come ha ammesso lo stesso presidente di Commissione Stefano Galetto: « Si tratta provvedimento che affronta una questione molto delicata, oggetto da tempo di dibattito politico, che richiede da parte nostra grande attenzione e serietà. Per questo non sarà una legge calata dall'alto e subito votata, ma ci sarà dibattito politico e l’ascolto di tutti i soggetti coinvolti ». A questo proposito è già stata annunciata la calendarizzazione di una serie di audizioni preliminari alla discussione generale, che precederà l’analisi della proposta articolo per articolo.

Il nodo cruciale è rappresentato dal trasferimento delle competenze attualmente affidate alle comunità montane. Come gestirle? E poi c’è in ballo la questione ben più delicata della tutela dei posti di lavoro delle persone ora impegnate con questi enti. Da parte sua Cangemi ha sot

tolineato che quello di oggi è il punto di arrivo di un dibattito che è stato lungo e che ha coinvolto anche gli stessi presidenti delle comunità montane e i rappresentanti dei lavoratori, dei quali, dice: « Abbiamo recepito alcune indicazioni, ma occorre tenere presente che dallo Stato non arrivano più soldi per le comunità montane. Occorre necessariamente intervenire sulle forme di associazionismo, altrimenti perdiamo altri fondi nazionali, salvaguardando comunque le esigenze dei territori montani».

Confronto con le parti, ma senza passi indietro, insomma. Una linea non condivisa dall’opposizione, che proprio qualche settimana fa ha presentato una interrogazione alla Presidente Polverini per ottenere chiarimenti in materia: «chiediamo di sapere quali siano le proposte programmatiche di riforme delle autonomie locali – ha dichiarato Astorre – dato che si provvede solo alla soppressione degli enti, senza formulare alcun progetto innovativo. Inoltre non si spiega come si intenda far fronte all’estinzione dei mutui esistenti, nonché alla gestione del personale che, in caso di contratti a tempo indeterminato, dovranno essere riassorbiti dai Comuni e dagli Enti Locali».

E polemiche non sono mancate neppure oggi in merito all’annuncio relativo all’avvio dell’esame della proposta di legge: «Riteniamo grave e gravemente scorretto da un punto di vista istituzionale che oggi la Commissione Affari istituzionali abbia posto all'ordine del giorno la proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale, depositata lo scorso 1 marzo, concernente la soppressione delle Comunità montane» hanno comunicato in una nota i consiglieri regionali della lista Bonino Pannella Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo – «senza prevedere l'esame abbinato con le altre proposte di legge sul medesimo argomento, depositate da mesi da diversi consiglieri regionali, tra cui la nostra».
Parte l’iter legislativo per l’esame del ddl, dunque. E la strada è tutta in salita.

di Valeria Torre

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