Le ultime analisi riguardanti l’industria del gioco in Italia mostrano che, nonostante gli sforzi delle autorità competenti e le operazioni di varie procure, il mercato del gioco online non autorizzato ha un valore stimato di 18,5 miliardi di euro all’anno. Le statistiche dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm) indicano che sono stati bloccati gli accessi a 9.828 piattaforme di gioco dal territorio nazionale, un aumento di oltre 400 % rispetto all’anno precedente.
Mercato non autorizzato: le ragioni della scelta di piattaforme non regolamentate, secondo esperti del settore, i quali hanno rivelato ad Agipronews che tali piattaforme operano principalmente in modo anonimo. Questi siti non registrano le attività di gioco attraverso i sistemi nazionali, e le vincite vengono spesso pagate in contanti, eludendo le normative anti-riciclaggio.
Storicamente, tali piattaforme sono state viste come zone franche per i giocatori, con transazioni in contanti nonostante le leggi sul riciclaggio. Tuttavia, le cose stanno evolvendo. Con l’attenzione crescente delle autorità, molti operatori illegali stanno virando verso la tecnologia. La tendenza attuale vede un aumento dell’uso di dispositivi mobili come smartphone e tablet, gestiti da individui associati a attività illecite. La “scommessa digitale” tramite applicazioni come WhatsApp, Telegram e altri sistemi sicuri sta diventando la norma. Queste transazioni sono ancora prevalentemente in contanti, con commissioni significative.
Nonostante la crescente dipendenza dalla tecnologia, ci sono ancora piattaforme online tradizionali non autorizzate. Tuttavia, le informazioni fornite su questi siti sono spesso insufficienti o vaghe, rendendo difficile per i giocatori avere un riferimento chiaro in caso di problemi. Questo contrasta fortemente con il sistema regolamentato italiano, che offre numerose protezioni ai giocatori.
Un recente studio di Noto Sondaggi su un campione di 1000 persone ha rivelato che il 17% degli intervistati conosce qualcuno che ha utilizzato siti non autorizzati, mentre il 40% crede che il gioco online illegale stia crescendo. La ricerca ha anche evidenziato che il 62% dei partecipanti è attratto dalla possibilità di vincite non tassate, e il 61% ritiene che non ci siano controlli efficaci. Infine, il 72% degli intervistati desidera un’azione più decisa da parte delle autorità per contrastare il fenomeno.
Scommesse, la Federbet: ‘Il 90% dei calciatori gioca d’azzardo. Non sono criminali, hanno problemi’
“Il 90% dei giocatori di calcio è coinvolto nel gioco d’azzardo”. Questa preoccupante dichiarazione proviene da Francesco Baranca, leader di Federbet, un’entità globale impegnata nella lotta contro le scommesse illecite nel mondo sportivo. Con il recente focus sull’inchiesta riguardante Fagioli, Tonali e Zaniolo, Baranca ha condiviso le sue riflessioni durante un’intervista a ‘Carrusel Canalla’ su Cadena SER.
RIGUARDO AL COINVOLGIMENTO DEI CALCIATORI – “Questa realtà non mi sorprende. Ne abbiamo discusso in numerose occasioni. Il problema non è soltanto grande, è monumentale. Credo che oltre il 90% dei giocatori di calcio partecipi alle scommesse. Ma non stiamo parlando di manipolazione delle partite, stiamo parlando di scommesse in generale”.
PERCHÉ È RISCHIOSO PER I GIOCATORI SCOMMETTERE? – “Scommettendo, un giocatore potrebbe diventare vulnerabile a minacce da parte di individui che sono a conoscenza della sua dipendenza dal gioco. Se si trovano in difficoltà finanziarie, potrebbero essere tentati di manipolare un risultato”.
SULLA PERCENTUALE DEL 90% – “È una mia valutazione personale. Ho avuto discussioni con molte squadre e molti giocatori. Il calciatore presenta molte delle caratteristiche di un giocatore d’azzardo: ha molto tempo libero, ama l’adrenalina, è competitivo e dispone di risorse finanziarie considerevoli. Questo non è solo un mio pensiero, ma è condiviso da molti professionisti del settore”.
COME CONTRASTARE QUESTO PROBLEMA? – “È essenziale cambiare il nostro approccio e affrontare apertamente la questione. Le scommesse sono intrinsecamente legate al mondo del calcio. È fondamentale educare e informare sulle potenziali insidie, promuovendo un codice etico specifico. Ad esempio, prendendo in considerazione il caso di Tonali acquistato per 80 milioni di euro, ora rischia la squalifica. L’impatto su una squadra di tale situazione è notevole”.
LA QUESTIONE IN ITALIA È SOLO LA PUNTA DELL’ICEBERG? – “Se consideriamo l’ampio numero di giocatori coinvolti nelle scommesse, potremmo presto estendere la questione a squadre nazionali di altri paesi. È un argomento che ho sollevato già in passato”.
PERCHÉ NON VIENE RISOLTO? – “Se si dispone di piattaforme e risorse per discuterne, la questione rimane. Dobbiamo affrontarla costantemente. Negli ultimi dieci anni, la situazione è rimasta invariata. È fondamentale che le organizzazioni sportive intraprendano azioni concrete”.
SULLE SCOMMESSE DEI GIOCATORI – “Di solito, scommettono su eventi esterni. Ma in caso di perdite, potrebbero essere tentati di scommettere su eventi specifici, come ricevere un cartellino giallo. Non si tratta di comportamenti malintenzionati, ma di individui che affrontano problemi legati al gioco d’azzardo”.