Sentivamo già da tempo la necessità di proporre su Romalive, accanto al consueto flusso di recensioni, interviste, resoconti di eventi, reportage dai festival e informazione cinematografica in genere, qualche segnalazione inerente al settore del cosiddetto “home video”. Lo spunto per iniziare questa nuova avventura ce lo ha offerto la MOSAICO MEDIA, casa piuttosto giovane che ci ha immediatamente sedotto col suo listino variegato e particolarmente generoso, qualora si abbia la giusta propensione per il cinema di genere nelle sue diverse sfaccettature. La MOSAICO MEDIA, attraverso edizioni abbastanza spartane a livello di extra ed opzioni linguistiche ma di ottima qualità video, sta infatti distribuendo in DVD diversi titoli che corrispondono, pur con qualche eccezione, a succulenti B-movies. Il menu attuale, che farebbe la gioia di un Tarantino, consente di esplorare numerosi generi: film erotici, commedie, horror, thriller, parodie, persino Kaiju eiga. Avendo noi una particolare predilezione per questi ultimi, i tradizionali film di mostri giapponesi, abbiamo deciso di iniziare la nostra esplorazione proprio da Gamera contro il mostro Gaos, e cioè da uno degli esiti più vivaci del prolifico filone. Un film, insomma, assolutamente da riscoprire.
Il termine “kaiju” può essere approssimativamente tradotto come “bestia misteriosa” o “mostro misterioso”, facendo riferimento sul piano cinematografico alla lunga e fortunata serie avente mostri giganti quali indiscussi protagonisti, inaugurata nel 1954 con Godzilla (Gojira, in originale) del grande Ishirō Honda, un vero e proprio film capo genere. Il successo ottenuto tramite Godzilla e i suoi epigoni dalla Toho, una delle principali case di produzione attive in Giappone, costrinse anche la concorrenza ad adeguarsi: la risposta migliore venne senz’altro dai rivali della Daiei, che nel corso degli anni ’60 fecero debuttare Gamera, tartarugone gigante in grado di di volare e di sputare fiamme che avrebbe conquistato poco alla volta il giovane pubblico nipponico… e non solo quello! L’esordio della gigantesca creatura, che almeno all’inizio minacciava l’umanità non diversamente dal capostipite Godzilla, avvenne in Daikaiju Gamera, lungometraggio diretto nel 1965 da quel Noriaki Yuasa che può quindi considerarsi il “papà” dell’enorme e battagliera tartaruga. Ma già dai successivi episodi della saga, Gamera si sarebbe trasformato in un baluardo, per le città giapponesi costantemente sotto minaccia, contro l’invasione di altri e più feroci mostri. Ed eccoci quindi al nostro Gamera contro il mostro Gaos, realizzato dal solito Noriaki Yuasa.
Quello ripescato da MOSAICO MEDIA è in assoluto il terzo film del ciclo dedicato alla tartaruga gigante, ma è anche quello che per primo approfondisce un leitmotiv narrativo destinato a condizionare in positivo l’intero filone: lo straordinario feeling tra Gamera i bambini. Difatti quando una serie di eventi sismici ed esplosioni vulcaniche propizia il ritorno di Gamera, giunto a fare scorta di lava sul monte Fuji, causando al contempo il risveglio di una terrificante creatura presto ribattezzata Gaos, sarà il piccolo Eichi a convincere gli adulti, militari compresi, che la loro ultima speranza è proprio l’enorme tartarugone. Del resto Gamera era appena riuscito a salvare il bambino dalle fauci di Gaos, un terribile e vampiresco uccellaccio preistorico abituato a nutrirsi di sangue umano e a lanciare potentissimi raggi dal becco. Il suddetto Gaos può ricordare alla lontana Rodan, altro mostro volante sfruttato invece dalla Toho nei combattimenti con Godzilla, come a dire che a forza di sfidarsi sullo stesso terreno certi elementi di originalità andavano scemando in entrambe le saghe. Con esiti altalenanti, si nota già nel film della Daiei il tentativo di alleggerire ulteriormente i toni, non solo concedendo più spazio all’infanzia ma anche inserendo nelle scene di distruzione qualche siparietto buffo, quasi da “slapstick comedy”: succede così, ad esempio, quando il raggio di Gaos taglia in due l’automobile di alcuni giornalisti e metà della macchina prosegue tranquilla la sua corsa. Sono a dire il vero interventi non sempre efficaci, mentre a nostro avviso Gamera contro il mostro Gaos il meglio di sé lo offre, ancora una volta, quando i due mostri si sfidano tra le macerie di città e villaggi. In un tripudio di modellini disintegrati e di mimi o stuntmen che barcollano sui plastici, indossando i costumi delle rispettive creature, la natura ludica della pellicola si fa rispettare, complice quel prolungato duello tra mostri girato con qualche buon colpo di scena, ed effetti speciali discreti. Ai consueti brividi di divertimento che l’amante del “kaiju eiga” prova, non appena le grandi metropoli giapponesi subiscono simili attacchi, va poi aggiunto il piccolo brivido offerto dalla deliziosa scenetta che vede Gamera alle prese con un curioso salvataggio, dopo essersi mosso in soccorso di Eichi: per il protagonista più piccolo si prospetta addirittura un viaggio nei cieli del Giappone, da affrontare ovviamente sul dorso di una tartaruga gigante!