In occasione del ventesimo anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio, il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mario Abbruzzese, ha scoperto una stele commemorativa delle vittime delle mafie, posta nel piazzale antistante l’ingresso principale e realizzata da un gruppo di giovani artisti romani, formato da Elisa Moi, Alessio Cattaneo e Mattia Savelli.

I tre sono risultati i vincitori di un concorso promosso dal Forum dei Giovani del Lazio.
Il titolo dell’opera (realizzata in legno) è: “L’impegno dei martiri” e rappresenta un albero – metafora di forza ed energia vitale – che attraverso le sue radici sovrasta la piovra, simbolo del male e dell’agire tentacolare delle mafie. La stele si compone di ulteriori due pale, nelle quali è incisa (anche in linguaggio Braille) l’epigrafe “Qui i giovani posero in ricordo dei martiri e a memoria della lotta alla legalità contro le mafie”.

Il consigliere Giancarlo Miele, delegato del presidente al Forum, ha ricordato come l’evento odierno sia “frutto della mozione approvata all’unanimità un anno fa e presentata dalla consigliera più giovane, Chiara Colosimo, per celebrare in maniera solenne e assieme alle nuove generazioni, il sacrificio dei giudici, dei loro familiari e delle loro scorte”.

Nel tronco dell’albero rappresentato dalla stele, a memoria di tutte le vittime innocenti di mafia, sono state incise tutte le iniziali dei martiri ad oggi accertati.
“Abbiamo voluto simboleggiare così che il loro sacrificio viene ricordato e scolpito nelle nostre vite, nelle energie da imprimere per una cultura della libertà”, ha spiegato l’artista Elisa Moi.

 

“Una giornata nata con l’ obiettivo di celebrare, ma soprattutto raccontare chi sono stati e cosa hanno fatto Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – ha dichiarato Abbruzzese -, ovvero due esempi per la storia della Repubblica italiana, che hanno servito la nostra Costituzione, e hanno combattuto le mafie cercando prima di tutto di coglierne i meccanismi interni di funzionamento. La determinazione e i risultati con cui lo Stato ha deciso di combattere la criminalità organizzata, in primo luogo Cosa Nostra, nascono dalle macerie di quegli attentati di venti anni fa. La preoccupazione che oggi avverto da presidente del Consiglio regionale, in un momento in cui la liquidità è diventata un miraggio per le imprese, è che se i soldi non li prestano più le banche, il rischio è che questi li presti qualcun altro.  Nelle crisi di liquidità, le mafie sono più che mai in agguato e sappiamo bene che la criminalità organizzata opera anche nella Capitale e nella nostra Regione, per riciclare i proventi delle attività illecite, accumulati, spesso, in altri territori”.

 

Al termine della cerimonia, alla quale hanno preso parte i rappresentanti delle Forze dell’Ordine e i procuratori Giuseppe Pignatone e Pier Luigi Vigna, è stata deposta una corona alla base della stele commemorativa.

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