degageA Nuovo Cinema Palazzo la Prima della proiezione “Degage! Si barrica”, incontro con gli studentati occupati di Roma e con i registi Luca Dammicco e Maria Vicari venerdì 23 maggio ore 21,30.

Degage! Si Barrica tema sulle occupazioni, girato all’interno di Progetto Degage!, occupazione di studenti degli Tsunami Tour, movimenti di lotta per la casa di Roma chiamano le ondate di occupazioni che si susseguono nella città dal dicembre del 2012. Nel film appaiono tutti i limiti e la fragilità di una generazione costretta a realizzare i propri bisogni prima ancora dei sogni, ma anche gli spiragli e la forza che l’azione liberatoria riesce a far scaturire.

Qualche curiosità direttamente dal regista Luca Dammico: – In quanto tempo avete girato? Le riprese sono durate circa tre mesi, il montaggio circa sei mesi e la finalizzazione credo altri due mesi, in tutto praticamente dieci mesi di lavoro. – Com’è nata l’idea e perchè?  L’idea è nata in maniera piuttosto lenta, nel senso che conoscevamo qualcuno di questi ragazzi e sapevamo le loro intenzioni ma non avevamo pensato di seguirli, poi ci hanno invitato a vedere come si erano sistemati nei primi giorni dell’occupazione e ci siamo innamorati di qualcosa (ma lì per lì non sapevamo cosa). Siamo stati con loro tre mesi (i primi tre mesi di occupazione, quindi i più difficili, potevano essere cacciati da un momento all’altro) e abbiamo capito cosa ci aveva colpito: questi ragazzi a nostro parere coniugano in maniera non banale la politica vera (e quindi le idee, le azioni, i compromessi, le trattative) con i bisogni quotidiani degli studenti della più grande Università d’Europa, La Sapienza). Soldi e contributi per realizzarlo? Il documentario è interamente autoprodotto grazie alle nostre fatiche e al lavoro di qualche amico che ci ha pazientemente aiutato (diventando di fatto produttori associati). Non solo, i tempi erano talmente stretti (per il rischio imminente di sgombero) che abbiamo dovuto fare di necessità virtù e quindi con i mezzi che disponevamo, una sola camera, due sole ottiche fisse e un piccolo microfono. Perchè dei ragazzi si sono interessati all’argomento case e occupazione? Questa domanda meriterebbe una trattazione di pagine e pagine, con molta sintesi in me sono entrate in gioco qualche delusione politica precedente, l’esperienza passata di studente a Roma e l’esperienza di precario oggi. Personalmente non entravo da anni in un posto occupato ma la loro battaglia per il diritto allo studio a Roma mi ha colpito in maniera profonda. è mai possibile che a roma, un ventiquattrenne non può pensare di studiare e contemporaneamente lasciare la casa dei propri genitori senza dover lavorare tutte le sere come cameriere? Quello che mi chiedo io è: ma come si fa a parlare di meritocrazia se alcuni devono fare due lavori per pagare quattrocento euro di posto letto? come fanno a dedicare il tempo allo studio? L’università e lo stato dovrebbero dare delle risposte che invece non danno. Questo significa che chi ha una famiglia abbiente alle spalle si fa pagare l’affitto dai genitori e può studiare tranquillo e in maniera fruttuosa, chi quella famiglia abbiente non ce l’ha dovrà invece studiare nei ritagli di tempo.

La storia siamo noi, la facciamo noi, ecco Luca e Maria dei giovani che con altri occhi, attraverso le immagine di un qualcosa che tutti noi conosciamo e sappiamo, ma che nessuno mai, loro invece hanno saputo parlarne a “cuore aperto”. Coraggio e determinazione la chiave di accesso al successo, bonne chance!!