Checco Zalone nel suo terzo film fotografa con molta ironia le vicissitudini e le disavventure di un italiano medio che a tutti i costi vuole gloria, potere, fama e soldi. L’essere ricco, viene raccontato da Zalone come modello diffuso di ispirazione e di ambizione, ma senza curare l’essere. Descrive nei suoi sketch, che sembrano aver perso di brillantezza e freschezza, uno spaccato sociale tra la nostra classe dirigente e benestante e il popolo disilluso e pieno di debiti.C_4_foto_1016421_image

Di certo i valori che lo stesso autore vuole esprimere sono celati dietro battute superficiali e mai pungenti, un film leggero e con happy ending, per rasserenare i cuori di tutti coloro che un po’ si sentono come il protagonista di Sole a catinelle. Il classico italiano medio, che tenta di risolvere i propri problemi per vie traverse, senza mai affrontarli di petto e con caparbieta’ e spirito di sopravvivenza “all’italiana maniera” riesce sempre a rimanere a galla. E’ un film che non ha profondita’, ne picchi di illuminismo sociale e non si sforza di dare un messaggio positivo ed intenso. La pellicola scorre piacevole e se non fosse per l’estrema bravura di Luca Pasquale Medici (Bari, 3 giugno 1977) in arte Checco Zalone, cadrebbe nella banalita’ piu’ scontata. Qualche buona battuta infiamma il pubblico e ci ricorda lo scenario in cui viviamo, infarcito di finanza e con l’ombra della tragedia economica alle spalle.

Gli incassi nel primo weekend sono di nuovo record e sfiorano i 19 milioni di euro, un ottimo risultato che nei contenuti non convince del tutto.

 

GIOVANNI MARIA LEPORI