“Prima i colori, poi gli esseri umani è così che di solito vedo le cose, o almeno ci provo”
Per chi ama la lettura “Storia di una ladra di libri”, dello scrittore australiano Marcus Zusak, è stato pubblicato per la prima volta nel 2005 vendendo 8 milioni di copie in tutto il mondo ed è stato tradotto in oltre trenta lingue risultando uno dei migliori bestseller di tutti i tempi. E’ senza dubbio un romanzo da leggere per i suoi spunti originali per come descrive la Germania nazista nel periodo che va dal 1939/1943, rendendola non la solita storia raccontata sullo sterminio degli ebri. La particolarità di questo libro è che è narrato direttamente dalla morte, che già dal prologo introduce se stessa e la “Storia di una ladra di libri”.
Markus Zusak per la sua storia si è ispirato ai racconti dei suoi genitori quando era ancora un bambino, “Era come se un pezzo d’Europa entrasse nella nostra cucina quando mamma e papà raccontavano di come fosse crescere tra Germania e Austria, dei bombardamenti di Monaco, dei prigionieri che i nazisti facevano sfilare per le strade. Allora non me ne rendevo conto, ma sono state queste storie a spingermi a diventare scrittore”.
Le parole trasmesse attraverso la lettura di questo libro riescono a rendere questa storia, orrenda e crudele, poetica e gentile e far arrivare ai lettori l’importanza della capacità dei libri di nutrire lo spirito di chi si lascia guidare dai racconti.
La protagonista del libro è una bambina di 9 anni, Liesel pur non sapendo leggere ha la mania di rubare libri, carpendo ugualmente il significato profondo dai disegni sulle copertine e sfiorando la stampa, una mania che a poco a poco diventa quasi un ossessione, perché imparando a leggere farà dei libri la sua ancòra di salvezza e il sostegno dalle brutalità del mondo che la circonda. Liesel riempiendo le sue giornate di storie narrate, si aggrappa alle parole dei libri per cercare di migliorare se stessa e gli altri, Liesel leggendo cercava di alleggerire le tensioni durante i bombardamenti per scacciare gli incubi suoi e dei suoi compagni di sventura durante i periodi trascorsi nei rifuggi.
E’ una lettura piacevole e scorrevole, nonostante la pesantezza dell’ambientazione che fa scaturire nei lettori la consapevolezza sull’importanza delle parole, dove l’autore fa “leggere” la presenza della morte come una vittima dei fatti, riuscendo a far emergere il valore dell’umanità nell’essere solidali e uniti.
E’ una storia di sofferenza ma al tempo stesso di speranza, di forza e di coraggio, di affetti e di riscatto dalle brutture della vita e della capacità di trovare la bellezza anche nelle situazioni più orrende. è un racconto che non lascia indifferenti, pregno di significati in una narrazione vivida e poetica per una lettura tutta di un fiato per una serie di riflessioni sull’importanza che la nostra storia di vita lo decidiamo noi, come pure la morte siamo noi a costruirla.
“Una persona vale quanto la sua parola”.