Molte grCelani-ICCF12-skWandi o piccole scoperte accadono per caso più spesso di quello che uno possa immaginare; basti pensare alla scoperta della penicillina da parte di Alexander Fleming, questi lasciò una coltura a contatto con batteri di stafilococco sulla panchina del suo laboratorio per due settimane, al suo rientro trovò la coltura contaminata da una muffa che aveva impedito la crescita dei batteri.

La casualità non toglie nulla all’importanza di nuove scoperte, quando prendo un antibiotico non mi preoccupo sicuramente se la sua nascita sia dovuta al caso o sia frutto di esperimenti mirati.

La stessa casualità ha portato il dottor Francesco Celani, ricercatore dell’Istituto nazionale di Fisica Nucleare di Frascati, a ben due nuove scoperte tutt’altro che secondarie, come lui stesso ci racconta.

Il dottor Celani si occupa di studi sulla Fusione Fredda e insieme al suo tecnico, Bruno Ortenzi, costruisce e mette a punto i reattori con cui fare gli esperimenti; durante la messa a punto di un nuovo reattore, in cui si prevedeva l’utilizzo di un filo di controllo di Nichel Cromo e uno attivo di Costantana trattata, il filo di Nichel Cromo sparisce e allora decidono di sostituirlo con un filo di Costantana, ma poco trattato.

Iniziate le procedure di avvio dell’esperimento, il professor Celani si è accorto che il filo di Costantana poco trattato, che avrebbe dovuto essere inerte, invece evidenziava un cambiamento della resistenza, questo era causato dall’assorbimento di idrogeno. Stabilito che questo era un fenomeno reale, si è ripetuto l’esperimento, ma questa volta immettendo un piccolissimo quantitativo di acqua all’interno della camera, creato nuovamente il vuoto, il fenomeno si è ripetuto
.
Dopo tre mesi, quindi, si è ipotizzato che nel processo inventato dal dottor Celani vi erano le condizioni tipiche per la produzione di diamanti di carbone ed idrogeno a livello nanometrico che hanno la capacità di assorbire un velo di acqua sulla superficie.
Si è quindi compreso, che una volta scaldato il reattore, si ottiene la decomposizione dell’acqua, la cui molecola è composta da due atomi di idrogeno e un atomo di ossigeno, grazie alla capacità della costantana di decomporre l’idrogeno che da molecolare si trasforma in atomico ed entra nel filo.

Una serendipity che osservata con attenzione, con mente aperta e senza pregiudizi, ha permesso di individuare questo fenomeno; come di serendipity si può parlare per un’altra grande scoperta dell’Istituto, quella che, ormai quattordici anni fa, ha permesso l’individuazione di nuovi batteri, ribattezzati Ralstonia, dal nome della famiglia di appartenenza, Detusculanense, “de” da deuterio e “sculanense” in onore dell’antico nome di Frascati.

La meraviglia di questi Ralstonia Detusculanensa risiede nella loro capacità di fissare una serie di materiali tra cui l’Uranio; per strani motivi e per mancanza di volontà da parte della classe politica non si è dato eco alla notizia e così questi batteri che potrebbe essere usati per bonificare zone di guerra dove è stato usato l’uranio impoverito rimangono inutilizzati. Ad oggi, infatti, vengono impiegati solo nelle piscine di raffreddamento per riconcentrare il cobalto radioattivo dei combustibili esausti.

Rimane solo una domanda da farsi: “Perché non si è voluto dare nessun seguito a scoperte così importanti?”

Maria Francesca Piemontese