L’Italia è un Paese dalle mille potenzialità e anche se mai come in questo periodo la voglia di espatriare è forte non dobbiamo mai dimenticare i nostri punti di forza, come ad esempio, alla faccia dello spread, il fatto che nella lista dei Patrimoni dell’Umanità stilata dall’Unesco l’Italia può vantare ben 47 siti di rilevanza mondiale a fronte dei 37 della Germania.
Al di là di confronti numerici legati a classifiche di siti di indiscutibile interesse l’Unesco si occupa anche di delineare i patrimoni orali e immateriali dell’umanità che sono espressioni di antiche tradizioni che per lo più vengono tramandate oralmente e per questo vanno preservate.
Proprio di questi giorni, quindi, è la notizia di una nuova candidatura italiana nella lista “Patrimonio orale e immateriale dell’umanità” ovvero quella de “”.
Questa pratica è caratterizzata dalla coltivazione della vite in buche circolari profonde sino a 50-60 cm, al fine di difendere la pianta dal vento e ottenere un microclima che le permetta di superare i periodi di siccità. Questa tecnica, impostata nei piccoli vigneti in condizioni di limitata disponibilità idrica o di clima sfavorevole, consente di ottenere produzioni caratterizzate da intense cariche aromatiche e necessita di abilità colturali quasi interamente affidate al lavoro manuale.