La fotografia con un semplice scatto immortala un’immagine, un volto che rimarrà così fissato e immobile non più soggetto alla caducità del tempo, ma prima della sua invenzione erano solo i pittori che potevano rendere immortale una persona o un paesaggio.
Come i vedutisti che con la loro arte riuscivano a immortalare per sempre luoghi che il tempo, magari, avrebbe portato via per sempre, attraverso un acquarello, una litografia riuscivano a esprimere i sentimenti che una veduta suscitava in loro, un attimo di poesia fissato per sempre .
Alla luce di queste considerazione, quindi, una mostra sui vedutisti inglesi a Roma ci permette di assaporare scorci delle città eterna andati perduti per sempre, una Roma sconosciuta, vissuta con gli occhi e il cuore di un’altra epoca.
Il Museo di Roma, Palazzo Braschi, ha deciso di festeggiare così il compleanno romano, con settanta acquerelli ed incisioni che raccontano la Roma che va dalla metà del Settecento alla metà dell’Ottocento.
Dal 21 aprile al 15 settembre 2013 opere che provengono dalla raccolta del barone Basile de Lemmermann e quella di Anna Laetitia Pecci Blunt, saranno fruibile al pubblico che potrà ammirare così le acquatinte di Richard Cooper o le litografie di Edward Lear, solo per citarne alcuni.
Martedì-Domenica ore 10.00-20.00, chiuso lunedì, 1 maggio.