E la prima grande mostra dedicata al rapporto di Andy Warhol con l’informazione giornalistica. Fin dai suoi esordi come grafico pubblicitario, l’artista fu attratto dai titoli dei giornali, che selezionava dopo averne sfogliato intere pile e che conservava come fonti per le proprie opere.

Nacquero così le Headline Works, le opere-titolo che rielaboravano prime pagine o ritagli stampa e che egli eseguì con tutti i media e in tutti i formati: opere bi –e tridimensionali, video e programmi televisivi che seguivano l’evoluzione dei canali dell’informazione, dalla stampa alle TV via cavo. Protagonista della pop art, Warhol prediligeva la stampa popolare e in particolare i tabloid, come il Daily News o il New York Post, orientandosi verso le stesse notizie che colpivano il grande pubblico: i pettegolezzi sulle celebrità (da Margaret d’Inghilterra a Madonna) e gli eventi catastrofici (dai disastri aerei ai terremoti). Non mancano tuttavia anche articoli di critica sociale, come quelli, di solito relegati in fondo ai giornali, che ricordano le morti dovute a percosse della polizia.

La produzione di Headline Works attraversa tutta la carriera dell’artista. Il percorso espositivo inizia con i disegni della metà degli anni cinquanta, prosegue con i dipinti degli anni sessanta, continua con le serigrafie, le stampe, le fotografie e le opere su supporto elettronico, e si conclude con i lavori eseguiti insieme ai celebri graffitisti Michel Basquiat e Keith Haring.

La mostra è organizzata dalla National Gallery di Washington, insieme con il Warhol Museum di Pittsburgh, la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma e il Museum für Moderne Kunst di Francoforte. Sono tutti musei che possiedono opere di Warhol. La tappa della mostra in Italia era comunque necessaria, perché qui si conserva, presso la Reggia di Caserta, la più grande delle opere-titolo è il monumentale trittico Fate presto che riproduce la prima pagina de “ Il Mattino” di Napoli del 23 novembre 1981 e che fu commissionato dal gallerista napoletano Lucio Amelio in occasione del terremoto dell’Irpinia.

La curatrice è Molly Donovan del Dipartimento d’arte moderna della National Gallery di Washington mentre il commissario della mostra a Roma è Angelandreina Rorro. Il tour della mostra è stato reso possibile dalla Terra Foundation.

E la prima grande mostra dedicata al rapporto di Andy Warhol con l’informazione giornalistica. Fin dai suoi esordi come grafico pubblicitario, l’artista fu attratto dai titoli dei giornali, che selezionava dopo averne sfogliato intere pile e che conservava come fonti per le proprie opere.

Nacquero così le Headline Works, le opere-titolo che rielaboravano prime pagine o ritagli stampa e che egli eseguì con tutti i media e in tutti i formati: opere bi –e tridimensionali, video e programmi televisivi che seguivano l’evoluzione dei canali dell’informazione, dalla stampa alle TV via cavo. Protagonista della pop art, Warhol prediligeva la stampa popolare e in particolare i tabloid, come il Daily News o il New York Post, orientandosi verso le stesse notizie che colpivano il grande pubblico: i pettegolezzi sulle celebrità (da Margaret d’Inghilterra a Madonna) e gli eventi catastrofici (dai disastri aerei ai terremoti). Non mancano tuttavia anche articoli di critica sociale, come quelli, di solito relegati in fondo ai giornali, che ricordano le morti dovute a percosse della polizia.

La produzione di Headline Works attraversa tutta la carriera dell’artista. Il percorso espositivo inizia con i disegni della metà degli anni cinquanta, prosegue con i dipinti degli anni sessanta, continua con le serigrafie, le stampe, le fotografie e le opere su supporto elettronico, e si conclude con i lavori eseguiti insieme ai celebri graffitisti Michel Basquiat e Keith Haring.

La mostra è organizzata dalla National Gallery di Washington, insieme con il Warhol Museum di Pittsburgh, la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma e il Museum für Moderne Kunst di Francoforte. Sono tutti musei che possiedono opere di Warhol. La tappa della mostra in Italia era comunque necessaria, perché qui si conserva, presso la Reggia di Caserta, la più grande delle opere-titolo è il monumentale trittico Fate presto che riproduce la prima pagina de “ Il Mattino” di Napoli del 23 novembre 1981 e che fu commissionato dal gallerista napoletano Lucio Amelio in occasione del terremoto dell’Irpinia.

La curatrice è Molly Donovan del Dipartimento d’arte moderna della National Gallery di Washington mentre il commissario della mostra a Roma è Angelandreina Rorro. Il tour della mostra è stato reso possibile dalla Terra Foundation.

 

Data Inizio:12 giugno 2012
Data Fine: 09 settembre 2012
Costo del biglietto: 06 32298221 – biglietteria
Luogo: Roma, La Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea
Orario: mart – dom dalle 9.30 alle 19.00 (la bigl.ria chiude alle 18.45) chiuso lunedì
E-mail:
Sito Web: http://www.gnam.beniculturali.it