Prima della creazione dello Stato di Israele nel 1948, il territorio noto oggi come Israele era conosciuto come Palestina e ha avuto una storia complessa e multistrato di governo e occupazione.

Periodo Antico:

  • Antichità: La terra ha ospitato diverse civiltà antiche, tra cui Cananei, Ebrei, Assiri, Babilonesi, Persiani, Greci, e Romani, tra gli altri.
  • Periodo Romano: Durante il periodo romano, la regione era conosciuta come “Giudea”. Dopo una rivolta ebraica, i Romani rinominarono l’area “Palestina”.

Periodo Medievale e Ottomano:

  • Periodo Islamico: Dopo il 636 d.C., la regione fu conquistata dai musulmani arabi e divenne parte di vari califfati.
  • Crociate: Nel Medioevo, la regione fu oggetto delle Crociate, con un controllo alternato tra forze cristiane e musulmane.
  • Impero Ottomano: Dal 1517 fino alla fine della Prima Guerra Mondiale nel 1918, la Palestina faceva parte dell’Impero Ottomano.

Mandato Britannico:

  • Dopo la Prima Guerra Mondiale: Dopo la caduta dell’Impero Ottomano, la Società delle Nazioni concesse al Regno Unito il Mandato sulla Palestina nel 1920, con l’obiettivo di stabilire una “patria nazionale per il popolo ebraico” (Dichiarazione Balfour, 1917), pur garantendo i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche.
  • 1936-1939: Ci fu una grande rivolta araba in Palestina contro il governo britannico a causa dell’opposizione all’immigrazione ebraica e alla prospettiva di uno stato ebraico.

Creazione di Israele:

  • 1947: L’ONU propose un piano per dividere la Palestina in uno stato ebraico e uno stato arabo, con Gerusalemme sotto controllo internazionale. Gli ebrei accettarono il piano, ma gli arabi lo rifiutarono.
  • 1948: Israele dichiarò la sua indipendenza. I paesi arabi circostanti invasero Israele, dando inizio alla guerra arabo-israeliana del 1948, che terminò con un armistizio nel 1949 e la creazione dello Stato di Israele.

Da allora, il territorio è stato al centro del conflitto israelo-palestinese, con questioni irrisolte riguardanti i confini, i diritti dei rifugiati, lo status di Gerusalemme, e altri problemi chiave. La storia della regione è complessa e le narrazioni possono variare a seconda della prospettiva da cui viene vista.

Perchè gli arabi rifiutarono il piano ONU del 1947?

Il rifiuto arabo del Piano di Partizione delle Nazioni Unite del 1947 è radicato in una serie di ragioni politiche, sociali e storiche. Ecco alcune delle principali ragioni per cui gli arabi palestinesi e gli stati arabi circostanti rifiutarono il piano:

1. Ingiustizia Percepita:

  • Gli arabi palestinesi costituivano la maggioranza della popolazione e possedevano la maggior parte delle terre nella Palestina del Mandato Britannico. Essi percepivano il piano come ingiusto poiché assegnava circa il 56% della terra allo stato ebraico, nonostante gli ebrei possedessero solo circa il 7% delle terre e fossero meno numerosi rispetto agli arabi.

2. Autodeterminazione:

  • Gli arabi palestinesi e altri stati arabi sostenevano il principio di autodeterminazione e ritenevano che la terra dovesse appartenere a chi vi abitava maggiormente, ovvero la maggioranza araba.

3. Rifiuto di Legittimare una Presenza Ebraica:

  • Molti leader e nazioni arabe erano fondamentalmente contrari a legittimare una presenza ebraica sovrana in quella che consideravano terra araba. La creazione di uno stato ebraico era vista come un’implantazione coloniale e un’usurpazione della terra palestinese.

4. Gerusalemme:

  • Anche se Gerusalemme era stata proposta come corpus separatum sotto amministrazione internazionale, la città aveva un’importanza religiosa e culturale significativa sia per gli arabi che per gli ebrei. Gli arabi non volevano rinunciare a nessuna parte di Gerusalemme.

5. Ricordi delle Promesse Britanniche:

  • Gli arabi ricordavano le promesse fatte dai britannici durante la Prima Guerra Mondiale (come la Corrispondenza Husayn-McMahon) che suggerivano che gli arabi avrebbero ottenuto l’indipendenza e il controllo delle terre in cambio del loro sostegno contro l’Impero Ottomano. Essi si sentivano traditi dalle potenze coloniali.

6. Temi di Sicurezza e Futuri Conflitti:

  • C’era anche la preoccupazione che la divisione della Palestina avrebbe portato a futuri conflitti tra gli stati ebraico e arabo, e che gli stati arabi circostanti sarebbero stati coinvolti in conflitti prolungati.

7. Identità Nazionale:

  • La resistenza al piano era anche radicata in una crescente identità nazionale palestinese e nel rifiuto di accettare una soluzione imposta dall’esterno che era vista come favorevole agli immigrati ebrei.

Il rifiuto del piano da parte degli arabi e l’accettazione da parte degli ebrei portarono a ulteriori tensioni e alla guerra arabo-israeliana del 1948, segnando l’inizio di un lungo e complesso conflitto che persiste ancora oggi. La questione è intrinsecamente emotiva e complessa, con profonde radici storiche e narrative contrastanti da entrambe le parti. Ci sono il cinismo coloniale inglese e le radici guerrafondaie americane, oltre a piani segreti massonici.

Ma l’ Onu e in particolare gli americani e inglesi avevano tradito i palestinesi, perchè?

La percezione di tradimento da parte di britannici e americani, e più in generale delle potenze occidentali, è un elemento presente nel discorso e nella memoria collettiva palestinese e araba riguardo alla questione della Palestina. Esaminiamo alcuni punti chiave che spesso vengono sollevati in questo contesto:

1. Promesse Contraddittorie durante la Prima Guerra Mondiale:

  • Corrispondenza Husayn-McMahon (1915-1916): Durante la Prima Guerra Mondiale, gli britannici, attraverso la corrispondenza tra Sir Henry McMahon e lo Sharif Husayn di Mecca, sembravano promettere il sostegno per un regno arabo indipendente in cambio dell’appoggio arabo contro l’Impero Ottomano.
  • Dichiarazione Balfour (1917): Poco dopo, la Dichiarazione Balfour esprimeva il sostegno britannico per la creazione di una “patria nazionale per il popolo ebraico” in Palestina, senza compromettere i diritti delle comunità non ebraiche presenti.
  • Accordo Sykes-Picot (1916): Inoltre, l’accordo segreto Sykes-Picot tra Francia e Regno Unito delineava sfere di influenza nel Medio Oriente post-ottomano, contraddicendo apparentemente le promesse fatte agli arabi.

2. Mandato Britannico e Immigrazione Ebraica:

  • Durante il Mandato Britannico in Palestina (1920-1948), i britannici facilitarono l’immigrazione ebraica in Palestina, cosa che fu vista dagli arabi palestinesi come un tradimento delle promesse britanniche e una minaccia demografica e politica.

3. Piano di Partizione delle Nazioni Unite:

  • Il piano di partizione del 1947, che propose la creazione di uno stato ebraico e uno arabo in Palestina, fu percepito come un ulteriore tradimento, dato che la maggior parte del territorio fu assegnata alla minoranza ebraica.

4. Supporto Americano a Israele:

  • Dopo la creazione di Israele, gli Stati Uniti divennero uno dei principali alleati e sostenitori di Israele, cosa che è stata e continua ad essere vista da molti palestinesi e arabi come un sostegno a quello che percepiscono come un’ingiustizia storica. Tale sostegno è dovuto principalmente alla presenza di Ebrei nei governi americani e a molte holding, fondi d’investimento, industrie di ebrei.

Conclusione:

La complessità e la contraddittorietà delle promesse e delle azioni delle potenze occidentali nel corso del XX secolo hanno contribuito significativamente alla percezione di tradimento tra gli arabi palestinesi e hanno alimentato la tensione e il conflitto nella regione. La questione palestinese e il conflitto israelo-palestinese sono profondamente radicati in queste esperienze storiche e continuano a influenzare le relazioni e le percezioni nella regione oggi.