Fino a domenica 28 aprile 2013 al Teatro Belli si svolgerà la decima edizione di TREND rassegna a cura di Adriana Martino e Antonio Salines.
Quest’edizione è dedicata agli autori italiani, perennemente messi in secondo piano per l’inguaribile “esterofilia” degli operatori teatrali italiani, i drammaturghi nazionali si sono creati degli spazi di nicchia dove proporre i loro testi e dove dimostrare il loro valore. Una drammaturgia, quella italiana, che ha una propria cifra espressiva di grande impatto emotivo.
Emozioni che potrete provare assistendo agli spettacoli proposti all’interno della rassegna, come “Storia delle teste tagliate” di Marco Lupo per la regia di Riccardo Festa, in scena fino al 27 aprile o “Trilly – Irène Némirovsky” di Massimo Vincenzi e Alberto Bassetti per la regia di Carlo Emilio Lerici, in scena per la sola giornata del 28 aprile.
“Storia di teste tagliate” tenta di affacciarsi su quel vuoto di comunicazione che noi chiamiamo ‘famiglia’, riempie le bocche dei personaggi con la separazione da loro stessi, chiede se ciò che sono stati sia stato vero. Sono due uomini e una donna. Le loro vite si sono incrociate negli anni in cui le bombe esplodevano nelle piazze. Si sono amati come ci si ama nella vita. La donna ha scelto di non scegliere. I due uomini hanno rispettato la scelta. Le sono stati accanto, sempre. Senza chiederle nulla. Da questa unione a tre è nata la bambina. I due padri non sono caduti nella faglia dell’onore. Dignitosamente, sono stati padre e padre. Crescendo la bambina è diventata donna, figlia di due padri, ha percepito la caricatura incisa sulle storie ascoltate da piccola, sulle storie che l’hanno accompagnata nella crescita. La caricatura del destino. La caricatura che pesa su ogni uomo e su ogni donna. Di più sulla donna, dice la bambina.
“Trilly – Irène Némirovsky”è la storia vibrante ed emozionante di una grande scrittrice che, fuggendo verso la libertà, trova la morte sotto l’assurda e brutale follia dell’Olocausto. Un’autrice che rivive nel cuore e nella mente di milioni di lettori in tutto il mondo.
Francese o russa, Irène Némirovsky resta ebrea. Ebrea negli anni dell’antisemitismo più violento, donna in un mondo di uomini. Un marito che ne seguirà la sorte (la morte in campo di concentramento), due figlie che viaggeranno con un baule mai aperto con gli scritti di Irène. E un insanabile conflitto (presente in molti romanzi) con la madre in costante competizione con la giovinezza della figlia che rifiuterà le nipoti ma che conserva come unico bene nella cassaforte (si scoprirà solo dopo la morte) i romanzi di Irène. Una vita che è un romanzo. E una scrittrice che ricomincia senza fine i suoi romanzi per cesellare la penna. Cinica, crudele, capace di descrivere i sentimenti con finezza e perfezione. Una scrittura magnifica che mette in scena banalità mozzafiato disegnando perfettamente i personaggi secondo una tecnica in cui lavora la vita anteriore dei personaggi.
Info: www.teatrobelli.it