Toronto, 16 Agosto. Dopo aver speso giorni per cercare qualche pietanza tipicamente canadese, come Cristoforo Colombo, scopro la mia “America”: Gilead. E’ un fantastico ristorante situato nel Distillery District, dove i tuoi sensi vanno in ecstasy e se sei triste, tutto puo’ tornare a sorridere. Il locale, dal gusto ricercato e dal design minimal, sorprende soprattutto per la qualita’ del cibo e le delizie dello chef James Kennedy, uno dei piu’ famosi in citta’. Al suo interno si puo’ notare una parete completamente coperta da svariati vasetti, al cui interno ci sono ortaggi sotto acqua e zucchero. La raffinatezza e l’attenzione per la composizione, fa si’ che il rosso delle fragole si mischi “geometricamente” con il profondo viola della marmellata di ciliegie, e il verde dei peperoncini rompa la gradazione rossa delle rape, come fosse un quadro di Piet Mondrian.

Inoltre, un altro aspetto che piu’ mi ha affascinato, e’ stato che dietro ogni piatto ci fosse una storia molto interessante e Laura, la cameriera, sia lieta di raccontarle. Cosi’ ho potuto notare che il concetto di cucina canadese e’ completamente diverso da quello italiano, molto piu’ accademico e tradizionale, ma resta in ogni caso stuzzicante e sfizioso. Priva di pasta e olio, la cousine canadese e’ ricca di creme al formaggio, burro e aromi speziati. Laura, mi fece venire terribilmente voglia di provare un piatto assolutamente gustoso e intrigante: il “Poutine”. Quest’ultimo, non e’ nient’altro che una combinazione magnifica tra semplicita’ e originalita’: su un letto di soffici ma croccanti patatine fritte, si posa un bollito di spalla bovina aromatizzata, coperta da un formaggio del Quebec fuso.

Seguendo il percorso culinario presentatomi dalla dolce Laura, assaggio il BLT con pomodori e maionese. Il sandwich piu’ buono che abbia mai mangiato. Ricchi e polposi pomodori, scelti direttamente da James Kennedy in persona, facevano da cuscino ad uno strato di bacon affumicato, con un foglia di basilico a fare da “federa” e la maionese (fatta in casa) univa il tutto in un’esplosione di piacere per il palato.

Come ultima scelta, presi una selezione di 5 formaggi: Blue cheese (Blue de la Mountannier-Quebec), Cheddar (Ile aux grues–Quebec), Goat (Grey Owl-Quebec), Sheep (Le Sein d’Helene-Quebec), Con (Riopelle-Quebec). La scuola di cucina francese aveva insegnato i suoi trucchi ai cugini del Quebec, i quali si sono avvicinati di molto al maestro. Un piatto delizioso, accompagnato da noci tostate e fettine di mela fresca.

A conclusione del pranzo, l’immancabile caffe’ espresso, ottimo anche quello. Ed e’ difficile trovarne uno buono a Toronto.

I segreti del grande chef Kennedy sicuramente andranno con lui nella tomba, ma una cosa che mi ha sorpreso piu’ di tutte e’ stata l’accuratezza dei dettagli, cosi’ maniacale che lo stesso chef, una volta a settimana, va nelle fattorie canadesi per selezionare i suoi ingredienti. Il suo risultato?

Andate a scoprirlo.

GIOVANNI MARIA LEPORI