La crisi finanziaria mondiale del 2007, ha radici profonde e molteplici cause, che cercheremo di sviscerare in una serie di articoli dedicati. Nel primo della serie, vorrei portare l’attenzione su un fenomeno complesso che si e’ diffuso di recente: il flusso di capitali dalla periferia nelle aree core, dovuto alla detenzione di ingenti risorse finanziari da parte di Paesi esportatori di petrolio e materie prime.

Gli Stati Uniti e il Regno Unito accumularono deficit di current account, che venivano coperti dagli ingenti investimenti da parte delle economie emergenti, in particolare Cina e i Paesi esportatori di petrolio e materie prime, che invece, registravano surplus di current account. Di conseguenza, importanti somme di capitali vennero trasferite dalla periferia del sistema finanziario verso il centro dell’economia mondiale.  Le liquidita’ che inondarono il sistema americano, fecero abbassare il prezzo dei titoli americani, ritenuti risk free. I tassi di interesse americani, si indebolirono e dovettero essere controllati dalla Banca centrale.

Dal 2001 al 2004,  il credito emesso dagli istituti bancari e’ notevolmente cresciuto in base alle nuove regolamentazioni, che permettevano la rivalutazione delle garanzie collaterali e la concessione del differenziale tra il credito erogato (e coperto dal valore delle garanzie), con il valore effettivo delle stesse, aggiungendovi il surplus dovuto all’ascesa dei prezzi, i cosidetti “Home equity loans”.

economia interna

 

La Fed, che gia’ era stata avvisata nel 2005 da un rapporto di Ranghuram Rajan, dal nome “has financial development made the world riskier?”,  cerca di intervenire tenendo sotto controllo l’inflazione, senza alzare i tassi di interesse al lungo termine. Questa operazione venne resa impraticabile, per via degli ingenti investimenti liquidi provenienti dalla periferia, che tenevano basso il loro tasso. La mossa di fatto venne neutralizzata, e l’innalzamento dei tassi di interesse a breve, colpi’ l’economia reale, facendo calare drasticamente i consumi.I prestiti ulteriori, hanno reso possibile un’incredibile crescita dei consumi che tenevano alto il livello dei prezzi dei beni di consumo, e in particolare quello degli immobili.

 

 

 

GIOVANNI MARIA LEPORI