”Vogliamo un luogo giusto dove batterci per le nostre idee e per il rinnovamento del Paese. Se quel luogo e’ il Pdl ci batteremo con lui. Altrimenti siamo pronti a costruire altro con chiunque vorra’ starci”: se non e’ un ultimatum poco ci manca. Quello che Giorgia Meloni rivolge, insieme a Guido Crosetto, al Pdl nel giorno in cui il partito di Berlusconi avrebbe dovuto celebrare le sue primarie. Due dei candidati alla consultazione per scegliere il premier da schierare per il centrodestra chiedono al Pdl autocritica e quell’inversione di tendenza dalla crisi che ha fatto precipitare il partito nei sondaggi e nelle giuste aspettative dei cittadini.
Meloni e Crosetto delineano il centrodestra che vorrebbero in grado di dare quelle risposte che il Paese si attende ed al loro ”sogno” di un Paese diverso. ”Il gigante e la bambina” come, parafrasando una canzone di Ron, i militanti definiscono la Meloni e Crosetto mettono i loro paletti e chiariscono che non intendono stare ne’ con Monti ne’ con Berlusconi riaffermando la bonta’ di quella scelta di un passaggio generazionale che Berlusconi aveva compiuto in favore di Angelino Alfano e oggi rinnegato dalla candidatura del Cavaliere alla premiership. La sala dell’Auditorium della Conciliazione a Roma e’ stracolma di militanti venuti da tutta Italia che sventolando bandiere tricolore non risparmiano fischi alle immagini che scorrono sui maxi-schermi: di Berlusconi, Fini e Bersani.
Meloni fa appello ai valori del centrodestra e a quegli elementi per un’Italia ”che sogniamo” e precisa: ”No, non siamo con Mario Monti, l’operato di questo governo ha delle falle e rimango quanto meno incuriosita – dice – da chi auspica una leadership di Monti nel centrodestra”. Ma ”non serve Monti per dire a Berlusconi, che ringraziamo per il lavoro fatto finora, che sarebbe un errore decisivo la sua ricandidatura alla premiership”. Meloni chiarisce, senza mai pronunciare la parola scissione, che ”noi oggi scegliamo un nuovo centrodestra e chi sceglie di starci lo fa per un’idea e non per una poltrona”.
Dello stesso avviso Guido Crosetto per il quale un centrodestra credibile ”sceglie un leader giovane e non sale sul carro di Monti perche’ glielo chiedono i poteri forti. Un centrodestra credibile sa anche dire all’uomo che l’ha fondato e che gli ha portato voti: su questo non siamo d’accordo con te”. Secondo Crosetto un centrodestra credibile o ha Scajola e Dell’Utri al suo interno o me e la Meloni”.