Introducendo gli interpreti di Good As You, Christian Lelli che lo distribuisce per Iris Film ha esordito con il ‘leitmotiv’ che fa da colonna portante del film: “L’entusiasmo” del regista Mariano Lamberti e degli interpreti ha dato vita a questo progetto che nasce come una scommessa. Il film, infatti, tocca alcuni tasti ancora tabù in Italia, con protagonisti tutti omosessuali (o quasi), e verrà distribuito solo in poche sale scelte oculatamente affinché “non venga sprecato“ (50 circa tra cui il Lux e il 4 Fontane a Roma). Di tratta senz’altro di un prodotto molto coraggioso.

Il produttore ed interprete Diego Longobardi chiarifica inoltre che “il film è tratto da una commedia di Roberto Biondi, io stesso nel 1999 ne presi parte interpretando lo stesso personaggio che ho qui, Marco; la commedia poi ebbe successo, questa è stata la molla che ha fatto sì che nascesse l’idea di portarlo sul grande schermo e in seguito l’incontro con Mariano Lamberti è stato decisivo perché si potesse realizzarne una riduzione cinematografica. Il cast è ottimo, gli attori hanno creduto nel film, molti altri che erano stati chiamati per interpretare delle parti hanno infine rinunciato, proprio perché in Italia è difficile fare una commedia che si chiama Gay.”

In una seconda ripresa ha aggiunto : “il mio personaggio è la classica “Checca”, pur additato con questa etichetta ha però diversi risvolti, non ultimo quello dei sentimenti: difatti è lui che desidera un figlio. E nella vita di tutti i giorni, nonostante questi coloriti personaggi attirino sempre i fotografi e i giornalisti per la loro stravaganza, sono i primi che difendono i diritti civili degli omosessuali. Se c’è da scendere in piazza o manifestare loro ci sono, al contrario di altri considerati più “seri” che ricoprono cariche importanti; difficilmente ho visto un avvocato o un medico omosessuale lottare all’atto pratico per queste pause.”

La parola passa a Lorenzo Balducci (Adelchi) che si dimostra subito molto disponibile: “Pensavo di essere l’ultimo ad intervenire e invece…” lo dice sorridendo perché messo per ultimo in termini di posti a sedere, poi riprende serio “Feci il primo provino a giugno, e cercai di calarmi nel personaggio imbattendomi in una figura possessiva, mentre cercavo di rendere il principio che lo contraddistingue: per lui conta più “l’idea della coppia” che la coppia in sé. La pellicola è stata girata in poco tempo ma è stata un’esperienza divertente”

Lorenzo passa la palla a Daniela Virgilio che nel film interpreta sua sorella Silvia: “Si il film è stato girato  velocemente e io sono entrata a pochi giorni dalle riprese, il mio personaggio è l’unica etero (“O quasi” aggiunge Diego sarcastico), è confusa ed è la stronza del gruppo (“devi essere stronza” mi diceva il regista), cosa che io non sono nella realtà, almeno spero (ride). Questa è la dinamica che diverte, con gli altri che lei vede come “diversi da noi, eccentrici e estranei” .

Seguono i commenti entusiasti degli altri interpreti. Lucia Mascino, che interpreta Francesca : “Al contrario di Daniela, mi sono unita subito al progetto, non ho letto la sceneggiatura ma avevo una grande fiducia nel regista con cui fin dal provino è nata una splendida amicizia e un bel feeling, così come avevo fiducia negli attori, ed ho pensato “se ci sono loro ci sarò anche io!” Mi sono fidata a pelle (io sono così, mi fido a pelle), ho accettato perché dicono che se voglio faccio ridere e volevo rompere con la serietà (sorride). Abbiamo lavorato tanto e abbiamo fatto tante prove. Non capisco perché in un film a basso budget si facciano le prove, mentre per altri prodotti più pretenziosi non si facciano mai, serve fare le prove! Facciamo le prove!”

Micol Azzurro che interpreta Marina: “Anche io ho cominciato in anticipo rispetto a Daniela, a giugno. Il mio personaggio è confuso ed è una confusione diversa da quella di Silvia. ma è comunque confusione: è una persona libera, io stessa vivo il mio essere etero in libertà, nella ricerca dell’amore, dell’amare qualcuno (il mio compagno può confermare). Marina non ama bene perché forse non sa amare se stessa”

Elisa di Eusanio che interpreta Marta: “Mi sono innamorata del personaggio, è una vera
lesbica, una butch (ovvero coi tratti e gli atteggiamenti più mascolini, ndr), una donna che forse avrebbe voluto vivere nel corpo di un uomo, una di quelle che credono fermamente nell’amore ma sfortunatamente finiscono per essere attratte dalle etero. Ho preso spunto dalla vita reale: ho tante amiche così, di Mara ce ne sono tantissime. Vengo dal teatro e mi sono innamorata all’istante del progetto e del personaggio, che ho cercato di rendere meno ridicolo possibile”

Enrico Silvestrin che interpreta Claudio: “Anche il mio entrare nel cast è stato molto in anticipo rispetto a Daniela, addirittura 5 giorni prima delle riprese (ride) e ho ottenuto il ruolo grazie al perbenismo dell’attore che ha rinunciato, e quindi per questo lo ringrazio! Ho letto la sceneggiatura e il mio personaggio non è ridicolo, magari molto diverso da me, ma spero di averlo indovinato. Sono andato al coming out, per “trovarlo”. “Quale sei?” chiedevo a me stesso, mentre lo “cercavo” tra la folla, il tutto per evitare di essere il solito etero che al cinema fa il gay inteso come “la pazza” o

piuttosto l’uomo eccessivamente serioso. Di conseguenza ho cercato le sfumature, ed il mio è un personaggio compresso, meno comico (e se lo diventa lo è involontariamente). Il regista è stato fondamentale nel “trovarlo”, ha limato gli eccessi, suggerendomi sul set di avere meno rabbia, di essere meno caricatura. Una cosa curiosa è che tutti mi vorrebbero chiedere “come è stato baciare Balducci?”. Personalmente trovo curioso che quando ti trovi ad interpretare un ladro nessuno ti chiede, “come è stato rubare?”, mentre se interpreti un gay in Italia ti fanno sempre queste domande come a dire “lo sei anche tu?”… e che me lo dicessero pure, figuriamoci quanto me ne importa! (ride di gusto)”

Luca Dorigo che interpreta Nico: “il mio personaggio è Argentino con ascendenze venete e non ne sono ancora uscito del tutto (dice ridendo dopo aver parlato con l’accento del personaggio, ndr), è libero, spensierato. Io che ho vissuto in California, a San Francisco dove è nato e si è sviluppato il più forte movimento omosessuale, mi sono sposato con una donna proprio lì ma ho anche vissuto di persona la forte differenza nel modo di vivere, rispetto all’Italia: quando sono in America mi ritrovo tranquillamente da solo o coi miei amici in locali omosessuali, sentendomi a mio agio, qui da noi invece è tutto più chiuso”

Passiamo alle domande del pubblico di addetti ai lavori: rispondono il regista, Mariano Lamberti, e Diego Longobardi

Non avevate paura che i personaggi diventassero degli stereotipi? E avete avuto qualche problema con la censura?”

“No, al cinema spesso vediamo le tematiche omosessuali legate solo ad un ambiente sociale, con sempre le stesse tematiche: il rifiuto della famiglia, la paura dell’accettazione, ecc… C’è in genere un personaggio con questa caratteristica che spicca sugli altri in un contesto etero, mentre qui al contrario abbiamo uno spaccato di società con tutti i protagonisti omosessuali, come a catapultare lo spettatore sul pianeta Marte. C’era bisogno di un Caronte che ci trasportasse in questo mondo, dove in qualche modo sono volutamente rappresentati stereotipi di persone che hanno spesso diritti negati, ma di cui non bisogna avere paura: sono delle maschere consapevoli, che via via si svelano, come succede anche nella realtà a persone gay che giocano con la propria maschera, che vi si rapportano con ironia. Abbiamo del resto 8 personaggi di cui solo 2 indossano effettivamente la maschera: Marco orgogliosamente “checca” e Marta sfacciatamente “Butch”. E n,o non ci hanno imposto nessuna censura”

“La scelta della nascita di un bambino, non rischia di essere troppo azzardata?”

“Abbiamo messo in risalto una cosa che in Italia sembra sia destinata a restare invisibile, il bambino del film è nato da un atto d’amore, come può nascere un atto d’amore tra amici. Quando si parla di inseminazione artificiale si pensa sempre all’ospedale, alla clinica, ai dottori spaventosi con la mascherina, mentre noi abbiamo voluto far vedere che molte volte, magari, accade proprio così, con semplicità, con una inseminazione artificiale casalinga. Per giunta il bimbo è davvero il figlio di una famiglia Arcobaleno. In America nel ‘97 ho conosciuto figli e nipoti di bambini adottati da genitori gay, siamo già oltre la seconda generazione cresciuta in questo modo, mentre qui ancora si fa fatica a parlarne”

“Vedendo da vicino la realtà, non pensate che alla fine sia solo Marta che sa ancora che cos’è l’amore?”

Risponde Elisa Di Eusanio: “Sì, è una scelta voluta.  Non siamo i paladini della verità nè degli intellettuali, semplicemente raccontiamo uno spaccato di vita che esiste, almeno a Roma (“esiste anche altrove”, le fanno notare i colleghi)… “sì, concordo”, replica lei, “ma questa è una
storia che si svolge nella capitale espero che il pubblico ci si riconosca”

Sempre per quanto riguarda Marta, sembra che sia l’unica seria, l’unica che crede veramente all’amore, e non prende “per il culo nessuno”. E allora perché non ottiene niente? Non trova l’anima gemella, o almeno non si sa per certo…sembra quasi che una lesbica autentica sia impossibilitata trovarsi una relazione stabile

(domanda posta da Romalive)

Risponde Elisa Di Eusanio: “Messa così hai ragione poverina… ma lei trova l’anima gemella,

Elisa Di Eusanio

solo che nel film non è molto chiaro, peccato! Però nella vita reale ho visto molte Butch innamorarsi, anche di altre Butch, non esistono quindi soltanto quelle che cercano la relazione impossibile perché attratte dalle etero”

“Per quale tipo di pubblico è stato pensato il film? Per un pubblico omosessuale o per tutti?”

Good As You è stato pensata per tutti, speriamo piaccia ai gay perché è stata fatta con rispetto, in partenza è come una sit com, con personaggi estremi, una commedia adatta ad ogni pubblico”

“Come mai la scelta delle Gemelle Kessler per la canzone portante?”

“Cercavamo un’icona gay e non, che fosse azzeccata, e loro erano in tour per il loro spettacolo, glielo abbiamo chiesto e hanno detto subito di si: saranno presenti all’anteprima, sono state davvero molto carine. La canzone che ci regalano è “The Lady in the tutti frutti hat” di Carmen Miranda.”

A cura di Francesca Tulli 

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