Premesso che: gli infermieri, i dottori, nella stragrande maggioranza dei casi svolgono un lavoro professionale, egregio, umano, quindi eroi e paladini della salute dell’uomo. Molte volte con il loro intervento salvano vite umane. Quando si è ricoverati ci si aspetta un sorriso che sostituisce un raggio di sole e una parola di conforto per non sprofondare nella disperazione, lo si trova quasi sempre nel volto di un infermiere o di un dottore.
Purtroppo fatti spiacevoli hanno riempito pagine di giornali. Solo stress e depressione hanno indotto qualche infermiere professionale ad azioni terribili? Oppure storie oscure hanno affondato le loro vite?
Prima di proseguire, vorremmo proporre alcune riflessioni riportate su nurse24.it, libera informazione infermieristica dove: “.In queste ultime ore sia la Presidente dell’IPASVI, Barbara Mangiacavalli, sia la senatrice Annalisa Silvestro hanno opportunamente puntato il dito sulle criticita’ della nostra professione, che quotidianamente ci espone a situazioni di stress che spesso vanno a sommarsi a quelle della vita extra-professionale… Scarica in pdf con l’intero articolo“
Cosa è successo a Piombino? Come mai un’infermiera professionale si è trasformata in una presunta Killer? Pare che la donna soffrisse di depressione, con conseguente abuso di alcol e psicofarmaci. La donna è accusata di aver ucciso volontariamente 13 pazienti ricoverati all’Ospedale di Piombino, in provincia di Livorno, con dosi massicce di eparina, una sostanza anticoagulante, non previsto nelle terapie dei ricoverati. Fausta Bonino, 55 anni, originaria di Savona, dagli anni ’80 in Toscana, assieme al marito e ai due figli, lavorava nel reparto di anestesia e rianimazione dell’ospedale di Piombino. I pazienti deceduti per emorragia, uomini e donne di età compresa fra i 61 e gli 88 anni.
Un giornalista del sito l’Alta Toscana, Andrea Lazzari, dice di andarci cauti.
“Andrea Lazzari, sul sito Altra Toscana ha messo in ordine più accuratamente le cose che si sanno e quelle che ancora non si sanno, invitando i colleghi a maggiori prudenze.
La procura e i carabinieri del Nas stanno conducendo una delicatissima indagine sulle morti sospette all’ospedale di Piombino. Direttori e cronisti di giudiziaria sanno che questa è la fase in cui gli inquirenti cercano di gestire le informazioni da fornire all’opinione pubblica con lo scopo sia di raggiungere nuovi traguardi investigativi sia di non fornire “armi” agli avvocati della difesa.
E’ un gioco delle parti che c’è sempre stato ma che, negli ultimi anni, è salito di intensità fino a sforare il limite dell’equilibrio e del rispetto della verità, partecipando alle distorsioni del circo mediatico. Tutti ricorderanno il caso dei filmati forniti dai carabinieri alle Tv (poi risultati un assemblaggio) che ritraevano il furgoncino di Bossetti aggirarsi dalle parti della palestra della povera Yara. Quello è stato un caso limite e i Nas di Livorno non sono i Ros. Pertanto è doveroso avere fiducia e rispetto verso il lavoro degli apparati della giustizia e invitare sempre i cittadini a collaborare con essi. Proprio per questo è indispensabile mantenere nervi saldi e grande lucidità oltre all’immancabile senso critico che è il sale di chi fa il giornalista.
Allo stato dei fatti, l’impianto accusatorio che si sta delineando si basa su alcuni capisaldi. Provo a schematizzarli ricordando sempre che sono notizie rese pubbliche in questi frangenti dalla procura livornese ed è quindi probabile che altri indizi vengano tenuti gelosamente segreti dal magistrato.
1. Ogni volta che moriva qualcuno l’infermiera era presente.
2. Quando l’infermiera è stata trasferita di reparto sono cessate le morti “anomale”.
3. La sospettata beveva e faceva uso di psicofarmaci.
4. Un parente di una vittima era presente quando l’infermiera ha fatto un’iniezione.
5. Ci sono intercettazioni che rivelano quanto la sospettata fosse allarmata dagli interrogatori svolti in fase di indagini preliminari.
Se gli indizi fossero solo questi, è evidente che siamo ancora in alto mare e che manca la prova regina.” Continua su Alta Toscana
In questo caso ancora nulla è stato provato, infatti l’avvocato dell’infermiera di Piombino, la sgnora Fausta Bonino, difende a spada tratta la sua cliente:” La mia cliente – spiega – lavora da trenta anni in ospedale. Una vita professionale specchiata nella quale non esistono episodi che possano mettere in dubbio la sua innocenza. Anzi al contrario chi la conosce sa di che persona e infermiera stiamo parlando»
Alla domanda specifica se Fausta Bonino abbia mai fatto uso di alcool come è stato riferito in conferenza stampa, l’avvocato Cesarina Barghini risponde stizzita. «Assolutamente no. La mia cliente, voglio che sia chiaro, è una persona equilibrata. Una persona che non è mai stata in cura da uno psichiatra o da un medico specializzato in queste patologie. Non ha mai avuto patologie invalidanti. Quando ad ottobre è stata trasferita in un altro reparto ha reagito come avrebbero reagito tutte le persone che sentono di essere accusate di una cosa che non hanno fatto. Ha sentito una mancanza di fiducia nei suoi confronti. Ed è per quel trasferimento che il suo medico curante, il medico generico, le ha prescritto normali farmaci che prendono le persone che devono affrontare una situazione ingiusta. Farmaci che possono prendere la gran parte degli Italiani che attraversano un momento difficile. Del resto quel trasferimento lo abbiamo impugnato davanti al giudice del lavoro (l’udienza dovrebbe esserci a breve, ndr) perché lo riteniamo ingiustificato e immotivato». Continua su: la nazione. Le indagini ci diranno cosa è successo.
Comunque 13 persone indifese sono morte ammazzate, chiunque possa aver commesso il fatto non è del tutto normale e il lato oscuro ha preso il sopravvento.
Purtroppo siamo di fronte a situazioni inspiegabili, ai limiti della ragione, spesso dietro ci sono storie strane, particolari, in alcuni casi tali personaggi appartengono a sette sataniche e uccidono per far piacere a satana, il loro dio. Ci sono molti casi strani successi:
“Daniela Poggiali si faceva i selfie con il cadavere della paziente di 78 anni per la cui morte è stata condannata all’ergastolo venti giorni fa. L’omicidio è avvenuto la mattina dell’8 aprile 2014, a poche ore dal ricovero all’ospedale ‘Umberto I’ di Lugo, con l’iniezione di due fiale di potassio. Con i pollici alzati in segno di vittoria, la Poggiali si lasciava ritrarre dopo aver portato a termine “l’opera” a fianco della vittima. La vittima 78enne, possa essere stata solo l’ultima morte di una lunga scia (una novantina nel periodo preso in esame da una perizia statistica citata in aula)” (Fonte quotidiano.net).
“Sonya Caleffi, in tutti gli ospedali in cui ha preso servizio avrebbe lasciato una scia di morti sospette. Al momento ne risulterebbero accertate cinque tutte all’ospedale di Lecco, provocate attraverso iniezioni di aria, mentre in altri tre casi non sarebbe riuscita a portare a termine il ‘lavoro”. (Fonte quotidiano.net).
“Angelo Stazzi, infermiere 69enne in servizio nella casa di riposto ‘Villa Alex’ di Tivoli alla porte di Roma, iniettava ai malcapitati anziani insulina mandandoli in coma ipoglicemico. Cinque anziani sono deceduti.
“Alfonso De Martino, “l’infermiere di Satana”, è condannato all’ergastolo per l’uccisione di tre pazienti all’ospedale di San Giuseppe Albano, in provincia di Roma, iniettava alle vittime un potente anestetico, il Pavulon”.
“Uccideva i pazienti a Milano in cambio delle mance degli addetti ai servizi funebri. Antonio Busnelli nel ’93, fu accusato di 28 omicidi anche se si sospettò ne avesse compiuti molti di più al Fatebenefratelli”. (fonte quotidiano.net).
“Federica Mormando, psichiatra e psicoterapeuta. «Alla base di questi gesti può esserci la consapevolezza di avere nelle mani un meraviglioso potere, quello di spegnere una vita. Il potere di vita e morte, quello del tiranno», continua l’esperta. In molti casi simili chi viene accusato di questi omicidi offre anche giustificazione. «Questa donna», ragiona Mormando, «potrà anche inventarsi di essere un dio buono: mettere fine a vite di persone anziane che soffrono. Può sentirsi di aver fatto il massimo del bene! Il tutto ammantato dell’altro potere: il segreto. E silenziosamente, lei sola sa. Più forte dei medici, che si credono così superiori, più forte dei parenti, più forte del mondo! Si tratta di un potere che non si spegne, continua e si rinnova, a suo piacimento. Un potere infinito e senza fine. Ecco. Una persona pericolosissima, come potrà rinunciare a tanta esaltazione di sé?».” Fonte: famigliacristina.it
Aggiungo: un’esaltazione malefica, molto vicina agli interndimenti di satana
Una scia inarrestabile di omicidi scoperti grazie ad un’azione investigativa. Spesso dietro a tali fatti si nascondono culti satanisti, adorazione di satana.
E’ difficile trovare statistiche sugli iscritti alle sette sataniche, il giornale.it riporta quanto segue:”Si stimano in almeno 12mila i seguaci di Belzebù nel Lazio. Nelle ville e nei casolari di Tolfa, Santa Marinella, Cerveteri, Monte Tuscolo, Viterbo sono periodici gli incontri segreti. A Pomezia di recente un nuovo cerchio: il Nodo dei Templari. In tutta la capitale piccoli gruppi di 10-12 adepti nascono e muoiono in continuazione. Singoli maniaci si improvvisano Profeti del demonio. Perfino la malavita pratica riti legati al Maligno. Proliferano anche le chat-line. Ben 26mila nel mondo i siti internet dedicati al demonio. Anzi, secondo alcuni, sarebbe proprio internet la via scelta da Lucifero per conquistare il mondo”.
In realtà il numero di adoratori di satane nel Lazio dovrebbe sfiorare le 50.000 unità. Bisogna fare attenzione, non sono dei fanatici ragazzini, ma persone molto in alto, li possiamo trovare in parlamento, negli ospedali, in magistratura, nell’imprenditoria, nel giornalismo, nell’editoria, nella chiesa.
Sono persone che utilizzano satana e i riti per trovare energie potenti per il controllo dell’umanità e si accaniscono sulle persone più deboli: bambini, anziani, portatori di handicap e creano povertà, miseria, guerre, caos, morte. Seguiremo la vicenda e vi terremo aggiornati.